Hong Kong, 12enne fermata e buttata a terra: polizia nella bufera
| Gloria Girardini |
HONG KONG - La polizia di Hong Kong di nuovo nella bufera dopo la pubblicazione di un video che la ritrae mentre ferma e butta a terra una ragazzina di 12 anni. La polizia sostiene che la ragazzina avesse preso parte alla manifestazione non autorizzata di domenica, e di aver fatto ricorso ad un "uso minimo della forza" per fermarla dopo che questa "era scappata in modo sospetto". Secondo la famiglia, la ragazza era uscita per comprare del materiale scolastico e si è spaventata dopo esser stata avvicinata dalla polizia. Il video, diventato virale in poco tempo, mostra due agenti di polizia che si avvicinano a una giovane ragazza nella zona di Mong Kok, invitandola a fermarsi. La ragazza inizia a correre e un ufficiale la colpisce con il manganello mentre un altro la raggiunge bloccandola a terra. Emergono altri poliziotti antisommossa, che trattengono a terra la ragazza e il fratello, che aveva cercato di aiutarla, mentre altri agenti intimano a giornalisti e passanti di allontanarsi.
La polizia ha dichiarato di aver intercettato i manifestanti a Mong Kok dopo che questi si erano rifiutati di disperdersi ignorando diversi avvertimenti da parte delle forze dell'ordine. Gli agenti avrebbero voluto "fermare e perquisire" la ragazza, ma questa "è scappata improvvisamente in modo sospetto. I poliziotti l'hanno quindi inseguita e immobilizzata con il minimo della forza necessaria". La ragazza, che i media locali identificano come "Pamela" per proteggere la sua identità, ha raccontato che "stava semplicemente camminando quando la polizia all'improvviso è corsa" verso di lei ed il fratello. "Avevo paura - ha aggiunto - Ci hanno detto di stare fermi, ma sono stata presa dal panico e sono scappata". Quasi 300 persone sono state arrestate durante la manifestazione non autorizzata, organizzata per protestare contro la decisione del governo di rinviare di un anno le elezioni per il parlamento di Hong Kong, che erano previste proprio ieri. Il governo l'ha definita una misura necessaria a causa della pandemia di coronavirus, ma gli attivisti sono convinti si tratti solo di un pretesto per impedire il voto popolare.