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29 marzo 2024

Treviso

Imprese trevigiane sempre più green: 7 su 10 attente all'ambiente

Su 18.519 piccole imprese artigiane trevigiane 12.500 hanno un cuore "verde"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

sostenibilità ambientale imprese

TREVISO – L’artigianato trevigiano è sempre più green. Sette micro e piccole imprese su dieci sono impegnate con azioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. Su un universo di 18.519 imprese trevigiane con tre e più addetti quelle “green” sono 12.500, pari al 67.5% del totale. Nella Marca 3.442 sono quelle del manifatturiero esteso, 81 operano nei settori energia e acqua, 2.100 nelle costruzioni, 3.896 nel commercio e autoriparazione e 7.326 nei servizi non commerciali.

“Il cuore green delle piccole imprese trevigiane -, commenta Vendemiano Sartor, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana - ha diverse motivazioni. Domina quella di migliorare la reputazione verso clienti e fornitori, indicata dal 31,9% delle micro e piccole imprese. A seguire, la coerenza con l’attività principale e/o con la forma giuridica dell’impresa è segnalata dal 27,9% delle imprese, mentre la concretizzazione della strategia e/o mission dell’impresa riguarda il 24,1%. Il consolidamento dei legami con la comunità locale pesa per il 16,5%, mentre è residuale il vantaggio per tassazione e/o sussidi specifici (5%). Solo un quarto delle imprese (25%) ha indicato altri motivi”.

Il 39,5 % delle micro e piccole imprese trevigiano che riducono l’impatto ambientale ha installato macchinari e impianti più efficienti, che limitano il consumo energetico; il 12,6% ha scelto l’isolamento termico degli edifici o la realizzazione di edifici a basso consumo energetico e il 9,2% ha sostenuto la spesa in assenza di incentivi. Più contenuta la quota di imprese fino a 50 addetti impegnate nella produzione di energia da fonte rinnovabile elettrica (6,9%) o termica (4,5%) e nella realizzazione di impianti di cogenerazione, trigenerazione e/o per il recupero di calore (2,6%). Per queste iniziative, circa la metà degli investimenti è stata effettuata grazie all’erogazione di incentivi. Il 4,5% delle MPI nel triennio 2016-2018 ha acquistato automezzi elettrici o ibridi.

“L’emergere di una nuova cultura dell’offerta-, prosegue Sartor - nella quale sono cruciali sostenibilità, circolarità e eticità è, assieme alla digitalizzazione, il fattore del cambiamento rispetto al passato. Questa tendenza, che presumibilmente orienterà i consumatori ancor più nel post-pandemia, influenza le scelte relative alla cura, all’alimentazione, al tempo libero, alla residenzialità e orienta le politiche di investimento e di spesa degli attori pubblici. Comprendere le mutate esigenze dei consumatori potrà consentire di costruire occasioni di policy e di mercato per accompagnare l’evoluzione dell’offerta già in atto, che vede il Veneto seconda regione d’Italia per investimenti in tecnologie e prodotti verdi nel periodo 2015-2019”.

Tra gli interventi finalizzati a ridurre le pressioni sugli ecosistemi generate dai processi produttivi, le mpi italiane hanno messo ai primi posti la raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti (86,8% delle imprese). Seguono, il contenimento dei prelievi e dei consumi di acqua (60,3%) la gestione dei rifiuti finalizzata al contenimento e controllo di inquinanti (58,0%), il risparmio del materiale utilizzato nei processi produttivi (52,7%).

 


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