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23 aprile 2024

Treviso

IMU: ALTRO CHE OBIEZIONE FISCALE, LA LEGA SI SPACCA IN MILLE PEZZI

Ma Da Re insiste: "La tassa sulla casa non va pagata"

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

IMU: ALTRO CHE OBIEZIONE FISCALE, LA LEGA SI SPACCA IN MILLE PEZZI

TREVISO – Quando la Lega di lotta e la Lega di governo arrivano ad essere così vicine da entrare in rotta di collisione, allora scintille e scosse intestine sono più che garantite. Un paradigma già visto, tornato a far capolino sull’applicazione dell’Imu ridisegnata da Monti che tra ieri e oggi ha mandato in frantumi il fronte dei sindaci del Carroccio.

Il terremoto è partito da Ponzano, dove il primo cittadino Giorgio Granello, tra le altre cose capogruppo della Lega al Sant’Artemio, non solo ha applicato l’Imu, ma l’ha pure fatta lievitare per la seconda casa. In barba alla chiamata alla rivolta lanciata da Gianantonio Da Re, segretario provinciale del Carroccio e sindaco di Vittorio Veneto, che ora prova a serrare le fila e torna a chiedere ai Comuni, almeno a quelli padani, di non far pagare la tassa sulla casa mettendo in pratica l’annunciata obiezione fiscale. “Granello può fare quello che vuole, ma non so come abbia potuto chiudere un bilancio con cose che ancora non si sanno – spiega – l’Imu, comunque, è una tassa statale che non va fatta pagare”.

Chi ci sta? Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, non ha dubbi e, anzi, è pronto a portare in piazza la verde crociata contro la tassa sulla casa. “In bilancio non abbiamo previsto l’Imu e non abbiamo dovuto tagliare i servizi – rivela – bisogna avere freddezza perché non possiamo e non dobbiamo aggravare la situazione dei cittadini con nuove tasse statali: dobbiamo dar vita a una grande mobilitazione per dire che non vogliamo essere sfruttati e anche presi in giro”.

Alla lotta, insomma? No, perché poi più che altre adesioni arrivano pesanti distinguo. A cominciare da Ponzano, anche se a parole Granello prova a ricucire: “Non c’è alcuna diversità di vedute sulle linee politiche della Lega tra me e Da Re in merito all’applicazione dell’Imu così sfornata dal governo”. I conti, però, dicono altro. E proprio mentre tenta di mettere una toppa incassa il sostegno del vicino di casa, Francesco Pietrobon, leghista doc sindaco di Paese e presidente dell’Ater. “Ci sono delle cose che dobbiamo fare a malincuore: possiamo cercare di cambiare quello che non ci va, ma non si può pensare di non applicare una legge dello Stato – prova a gettare acqua sul fuoco, trovandosi tra le mani una tanica di benzina – credo che quello dell’obiezione fiscale sia un messaggio più politico che non amministrativo”. Più di lotta, appunto, che di governo. Ed è da qui che in casa Lega partono le scintille.

Intanto, mentre il Carroccio si lacera sull'Imu, il centrosinistra getta sale sulla ferita. “Altro che protesta fiscale: il Carroccio è stato il primo ad applicare la nuova imposta – punge Enrico Quarello, segretario del Pd – adesso la gravità della situazione mette a nudo la politica degli annunci”. Per il Pd chi è stato la causa del suo male, cioè la Lega di oggi, non può far altro che piangere se stesso.

“Le contraddizioni di chi è stato al governo fino a ieri sono pesanti e difficilmente camuffabili perché molti provvedimenti su cui oggi il Carroccio si dichiara contrario, dal decreto su Roma Capitale all’introduzione dell’Imu, portano proprio la firma dei rappresentanti della Lega – continua Quarello – paradossi incredibili, tanto che alla ribellione annunciata con veemenza alla prova dei fatti la prima a mettere l’Imu nella Marca è stata proprio una giunta a guida leghista”.

E Sel rincara la dose. “Granello ci ha abituato a spinte in avanti e retromarce, ma se non sa perché il suo segretario provinciale, spalleggiato da Gobbo, ha lanciato l’obiezione fiscale vuol dire che nella Lega le idee sono poche e ben confuse – aggiunge Luca De Marco, coordinatore provinciale Sel – certo che l’Imu è una tassa iniqua, ma lanciare una rivolta fiscale una settimana dopo aver lasciato il governo è frutto di un’idea cinica e bieca della politica, fatta di furbizie propagandistiche e di proclami fasulli”.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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