Incendio in una cella del carcere minorile di Santa Bona: un detenuto e due agenti intossicati
Fp Cgil: "Questo gravissimo episodio rappresenta l’ennesima dimostrazione dello stato di emergenza strutturale"
| Isabella Loschi |

TREVISO - Incendio al carcere minorile di Santa Bona. E’ successo domenica sera, 8 giugno, all’interno di una cella dell’istituto dove erano presenti tre detenuti. Uno dei minori e due agenti di polizia penitenziaria sono rimasti intossicati e trasferiti d’urgenza in ospedale a Treviso, dove sono rimasti in osservazione e poi dimessi. All'interno del carcere minorile sono intervenuti anche i vigili del fuoco che hanno svolto le verifiche del caso sul livello di esalazioni di monossido causate dall’incendio.
A denunciare l’episodio è la Fp Cgil nazionale. “Tre detenuti hanno appiccato un principio d’incendio nella propria sezione, mettendo a rischio la propria vita e quella degli operatori. Solo il tempestivo e coraggioso intervento del personale di Polizia Penitenziaria, con il supporto dei colleghi della vicina Casa Circondariale, ha evitato conseguenze tragiche. Uno dei minori, in stato di intossicazione da fumo, è stato trasportato in braccio fino all’infermeria, poiché la barella non può attraversare l’unico ingresso della sezione. Due agenti, anch’essi intossicati, sono stati trasferiti d’urgenza all’ospedale di Treviso, dove sono stati sottoposti a osservazione medica. Questo gravissimo episodio non è un fatto isolato, ma rappresenta l’ennesima dimostrazione dello stato di emergenza strutturale e gestionale che coinvolge l’intero sistema penitenziario minorile italiano”, si legge in una nota di Donato Nolè, Fp Cgil nazionale.
“La totale assenza di dispositivi di protezione individuale, come maschere antifumo, l’inadeguatezza delle strutture e il sovraffollamento sono elementi ricorrenti che mettono a rischio quotidianamente la vita di chi lavora e di chi è ristretto. Nonostante le promesse – spesso propagandistiche – di alcuni rappresentanti del Governo, il circuito penale minorile è oggi al collasso: istituti fatiscenti, personale insufficiente e abbandonato, minori ammassati in condizioni indegne e sempre più frequentemente coinvolti in atti autolesionistici o aggressivi. Tutto questo mentre si moltiplicano gli annunci, ma mancano gli interventi strutturali concreti”.
"Come Fp Cgil siamo indignati e stanchi di dover denunciare tragedie annunciate. È inaccettabile che ancora oggi si lavori in carceri prive delle minime condizioni di sicurezza, senza tutele, senza rispetto per la dignità di chi ogni giorno si espone in prima linea. È inaccettabile che i minori vengano rinchiusi in strutture non a norma, in condizioni che nulla hanno a che vedere con la funzione rieducativa che la Costituzione assegna alla pena”.
“Chiediamo con forza – prosegue Nolè – un intervento immediato e deciso del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, anche in considerazione della sua residenza a Treviso, affinché si ponga fine a questa vergognosa deriva. Non basta affidarsi all’abnegazione degli operatori penitenziari: servono risorse, assunzioni, dispositivi di sicurezza, strutture idonee e politiche penali minorili ispirate a criteri di legalità, tutela e reinserimento. Serve una visione strategica e non più emergenziale. Le visite istituzionali e le promesse da campagna elettorale non servono a nulla se non sono seguite da azioni concrete”.
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