Infortunio sul lavoro a Colle Umberto: muore 57enne
Troppo gravi le ferite riportate, sta indagando lo Spisal. Il commento di Mauro Visentin (Ggil)
COLLE UMBERTO - L’operaio coinvolto nell’infortunio sul lavoro a Colle Umberto questa mattina poco dopo le 10 è deceduto a causa del grave choc emorragico. Lo ha segnalato l’azienda sanitaria poco fa. «La dinamica dell’ accaduto in corso di accertamento da parte dello SPISAL intervenuto sul posto assieme al 118» si spiega da Treviso. L’allarme era scattato nella zona industriale Campardo di Colle, in un mobilificio di via Einaudi. L’uomo, Marco Pessotto, aveva 57 anni ed era stato ricoverato a Treviso con l'elicottero. Nonostante la tempestività dell'intervento, le ferite erano troppo gravi e l’uomo è deceduto.
«Anche il mese di dicembre viene bagnato dal sangue dei lavoratori. Non c’è tregua alla schiera di morti sul lavoro che dallo scorso anno contiamo nella nostra provincia, che non primeggia sicuramente per sensibilità e controlli sul fronte sicurezza». Duro e amaro il commento del segretario generale della CGIL di Treviso Mauro Visentin dopo l’ennesimo incidente sul lavoro, vittima questa volta un 56enne di Sacile impiegato in una ditta di Colle Umberto. «Al netto della tragedia odierna, le cui responsabilità e dinamiche saranno verificate dagli organismi competenti, la poca o quantomeno scarsa attenzione posta sul tema della sicurezza sul lavoro, anche dalle rappresentanze imprenditoriali, sommata ai controlli insufficienti a presidiare l’intero territorio a causa della carenza di personale degli entri preposti, determinano la condizione perché a questa strage non si ponga freno – continua caustico Mauro Visentin». «Anno dopo anno la conta delle vittime non lascia dubbio all’irresponsabilità che istituzioni e mondo produttivo esprimono nel non prendere seriamente in considerazione un cambio di rotta, culturale, in materia di qualità del lavoro che è anche sicurezza – chiosa Visentin – e a farne le spese in termini di infortuni, anche gravi, e di vite spezzate sono i lavoratori trevigiani, sacrificati».
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