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29 marzo 2024

ISRAELE E I FANTASMI DI DEIR YASSIN

Categoria: Notizie e politica -

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Francesca Salvador | commenti | (4)

 

I fantasmi di Deir Yassin

Alle radici della "legittimità" di Israele.

 

Sonja Karkar, Women for Palestine

 

ZNet 30 aprile 2007

 

La vernice di "legittimità" che si è data Israele non può nascondere il marciume che danneggia il nucleo della sua esistenza - il suo peccato originale di spoliazione violenta e la sua attuale politica colonialistica di apartheid.

 

E senza il riconoscimento di, e il risarcimento per, le atrocità commesse contro i palestinesi, i fantasmi di Deir Yassin e di altri posti in Palestina continueranno a profilarsi minacciosamente in ogni discorso di pace.

 

Israele ha giocato a lungo sulle sue eroiche origini per sollecitare il supporto alle sue meno eroiche imprese odierne.

 

Il problema è che quelle eroiche origini sono sempre state una storia inventata.

 

La nascita di Israele nel sangue e le sue azioni successive furono crimini contro l’umanità che continuano ancora oggi.

 

Era il 9 aprile 1948 quando una banda di terroristi ebrei entrò nel quieto villaggio rurale di Deir Yassin alla periferia di Gerusalemme con il chiaro scopo di distruggerlo.

 

Vivevano 750 persone in quel villaggio, per la maggior parte spaccapietre.

 

Le loro case erano state costruite con materiale calcareo, con porte e finestre ad arco e quelle case stavano là da secoli.

 

Gli abitanti sapevano che erano già state compiute altri stragi all’inizio di quell’anno in altri villaggi e quindi avevano aderito ad un patto di non aggressione con l’Hagana, un altro gruppo di terroristi. Ma questo patto era privo di valore: Deir Yassin era già destinata ad essere distrutta e per evitare questa responsabilità l’Hagana chiamò in aiuto due gruppi terroristici, l’Irgun e la Stern Gang per eseguire il piano.

 

I capi sionisti nel marzo di quell’anno avevano concepito una strategia militare che chiamarono Piano Dalet o Piano D, il cui esplicito scopo era di sgomberare dai palestinesi tutte le città e i villaggi per consentire la nascita di uno stato ebraico.

 

La prima operazione nota come Nachshon era destinata ad evacuare i paesi rurali lungo la strada fra Gerusalemme e Tel Aviv, occupando, espellendo e/o uccidendone gli abitanti – e Deir Yassin si trovava all’interno di quel piano.

Benché non sia stata la strage più grande compiuta in quell’anno, Dein Yassin rappresentò un punto di svolta per la pubblicità che gli fu data, intesa a diffondere un’atmosfera di terrore in tutto il paese, sollecitando la pulizia etnica che seguì.

Prima di questo piano erano già stati distrutti circa 30 villaggi ma, una volta conclusa, l’Operazione Nachshon costituì la traccia per le successive campagne sioniste che finirono col distruggere 531 villaggi e 11 centri urbani circostanti.

 

In quel solo anno il gruppo sionista (che fu poi comunemente noto come Esercito della Difesa Israeliana) commise 33 stragi documentate, con qualche storico che fa arrivare questa cifra a un centinaio.

I palestinesi che non furono uccisi, fuggirono o furono espulsi con la forza.

E chi avendone la possibilità non sarebbe fuggito, vedendo o sentendo le atrocità che erano state commesse? Donne violentate, uomini torturati, bambini costretti a guardare, senza rispetto per l’età o per il sesso, a nessuno fu risparmiata la morte, e i loro corpi mutilati riempirono i pozzi o restarono abbandonati in mucchi informi di corpi straziati. Almeno un centinaio di abitanti di Deir Yassin subirono questa sorte, anche se il numero dato in un primo tempo era più alto – 254 morti – probabilmente gonfiato dai sionisti stessi per terrorizzare i palestinesi di ogni parte.

Senza considerare quanti morirono, l’uccisione di uomini inermi, di donne e bambini erano ricorrenti, così non c’è da stupirsi che i palestinesi scappassero quando sentivano che bande di terroristi sionisti erano nelle vicinanze dei lori paesi e villaggi. Il cibo rimaneva ancora caldo sulle tavole, i vestiti appesi negli armadi, e i giocattoli, le fotografie e i documenti venivano abbandonati nella fretta della fuga.

 

Ma i 750.000 profughi palestinesi che neanche chiusero la porta della loro casa dietro di sé, pensavano tutti di ritornare.

Oggi nell’ironia più amara e deplorevole, il museo israeliano che commemora l’olocausto ebraico, lo Yad Vashem si trova sulla cima di una collina che sovrasta il cimitero di Deir Yassin, mentre le costruzioni di pietra di quello che era il villaggio palestinese sono utilizzate da un istituto israeliano per le malattie mentali.

 

C’è da stupirsi che i fantasmi di Deir Yassin perseguitino ancora la memoria collettiva dei palestinesi e di coloro che sanno che Deir Yassin è stato il catalizzatore del piano per la creazione di uno stato di Israele solo per gli ebrei?

 

Nel frattempo i milioni di espropriati nei campi di Gaza, nella West Bank, nella Giordania e nel Libano aspettano di ritornare e/o di ricevere un risarcimento per le loro incalcolabili perdite e nessuno ha l’autorità di barattare i loro diritti umani per accondiscendenza ad uno stato razzista nato dall’espropriazione e dalla disgrazia palestinese.

 

Accettare qualcosa di meno senza il loro consenso significherebbe tradire i 60 anni di lotta palestinese per il riconoscimento e l’auto-determinazione in opposizione all’apartheid israeliana.

 

Article nr. s6384 sent on 03-may-2007 12:45 ECT www.uruknet.info?p=s6384 Link: www.zmag.org/Italy/karkar-fantasmiyassin.htm



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APPELLO: per una giornata di mobilitazione nazionale contro l'aggressione militare e l'assedio di Gaza




L'esercito israeliano sta consumando l'ennesima aggressione contro i palestinesi presenti in tutto il territorio della Palestina storica e contro la Resistenza all'occupazione. Sono centinaia i morti, migliaia i feriti, gli arrestati e i torturati, tra cui donne e bambini, con la sola “colpa” di essere palestinesi, di essere nati e, soprattutto, di vivere in Palestina. Raccolti agricoli, abitazioni, attività commerciali, luoghi di culto, scuole, ospedali e decine di altre strutture distrutte!



I sionisti, grazie al sostegno economico, politico, scientifico e militare dei governi imperialisti occidentali e di quelli servili arabi, dei mezzi d'informazione e dell'ideologia padronale egemone in occidente, possono portare avanti il loro piano di colonizzazione e pulizia etnica dei nativi di quella terra, ogni dannato giorno, senza alcuna tregua.

Anche lo Stato italiano gioca un ruolo determinante in questo saccheggio di vite e di giustizia: le relazioni tra i due governi perseverano e sono sempre più salde - l’Italia è il quarto partner commerciale mondiale di Israele e il primo fornitore dell’UE di armi e sistemi bellici. L'Expo 2015 rappresenta solo una tappa di tale processo, in cui lo Stato terrorista di Israele tenterà di dare un'immagine di sé di paese “normale”, mentre resta uno Stato coloniale, fascista, sanguinario e criminale fondato sul razzismo.

Questi governi però non rappresentano i popoli, che si devono unire nella lotta contro l'oppressione e lo sfruttamento capitalista, comunque e ovunque si manifesti. Per questo chiamiamo all'appello coloro che si identificano nei valori dell'internazionalismo, dell'antimperialismo e dell'antifascismo affinché aderiscano e partecipino ad una giornata di mobilitazione nazionale indetta per sabato 26 luglio 2014, organizzando contestazioni contro gli obiettivi più simbolici di questa sciagurata collaborazione in tutti i luoghi possibili, facendo proprie queste parole d'ordine:
•L'immediata cessazione degli accordi militari ed economici che collaborano col colonialismo sionista in Palestina.
•La fine dell'aggressione militare e dell'assedio contro la popolazione di Gaza.
•Sanzioni, boicottaggio e disinvestimento contro lo Stato israeliano per il rispetto degli inalienabili diritti dei palestinesi.
•Pieno sostegno all'eroica Resistenza arabo-palestinese che fronteggia il progetto imperialista e sionista nella regione.
•Morte al sionismo e all'imperialismo, libertà al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi!

Proponiamo inoltre un manifesto-volantino su cui riportare le iniziative che si metteranno in campo, per un'opportuna dimostrazione di solidarietà alla dignità con cui i partigiani arabo-palestinesi affrontano il sionismo.




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Ottima l'indicazione di Piero Deola.

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Ecco un articolo che spiega tante cose:


http://www.vocidallastrada.blogspot.it/2010/06/il-potere-occulto-da-dove-nasce.html

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Ho letto l' articolo. Sul blog Voci dalla strada vi sono anche un paio di articoli interessanti sulle cause economiche / energetiche dell' aggressione a Gaza.

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