Istituita definitivamente la Commissione "Aldo Moro"
intervista esclusiva al relatore al Senato Gotor: grazie alla determinazione dell'on.le PD Gero Grassi
TREVISO - La istituzione della Commissione Moro è avvenuta la corsa settimana senza passare per la tradizionale seconda lettura..., quasi un' anteprima dell'attesa riforma monocamerale... Che cosa ha permesso di chiudere in mezza giornata l'approvazione di ieri?
Al Senato mi sono impegnato in qualità di relatore perché la legge istitutiva non fosse rimandata alla Camera perché non aveva senso rinviare ulteriormente l'avvio di questa nuova Commissione. Devo dire che ho potuto contare sulla disponibilità e il senso di responsabilità delle principali forze politiche.
La reazione emotiva all'approvazione quali riflessioni e percezioni ti ha provocato?
La prima reazione e' stata quella di mettersi al piu' presto al lavoro. C'e' molto da fare per onorare la memoria di Aldo Moro e chiarire gli elementi oscuri che ancora gravano sulla tragica vicenda del suo rapimento e della sua morte.
Qual è la specificità di questa Commissione rispetto alle competenze della Magistratura e alle esigenze degli storici?
Come ogni Commissione ha poteri di inchiesta. Dal momento che sulla vicenda sono ancora in corso delle indagini della magistratura sarà importante procedere nel massimo rispetto della reciproca autonomia. C'e' poi una specificità politica propria di una Commissione che costituisce la principale differenza sia dall'attività della magistratura, sia da quella degli storici.
Le prossime scadenze: chi nomina i Commissari? con quali criteri? quando si potrà insediare?
I diversi gruppi dei partiti decideranno i nomi dei loro rappresentanti a partire dall'interesse e dalla competenza che ciascun deputato o senatore mostrerà di avere sul tema oggetto della Commissione. Essa dovrebbe insediarsi entro il prossimo mese.
Quali sono le speranze, perché si possano cogliere nel segno gli obiettivi minimi attesi?
Il progetto di istituire una Commissione sul caso Moro e' nata alla Camera grazie alla determinazione del deputato del Pd Gero Grassi. Il dibattito parlamentare ha rilevato un interesse trasversale alle forze politiche a fare un buon lavoro, evitando strumentalizzazioni. Spero che questo spirito costruttivo e responsabile regga alla prova dei fatti. Sarà importante, fra le altre cose, fare chiarezza sulle tante dietrologie che nel corso di questi tre decenni si sono via via affastellate sulla vicenda. Spero che su questo punto si possa arrivare a un'opportuna opera di razionalizzazione critica.
Dove va fatta la ricerca, per avere notizie certe sulla tragedia Moro?
Anzitutto negli archivi delle diverse amministrazioni a livello nazionale e internazionale, penso soprattutto nei Paesi dell'ex blocco sovietico, a partire da Berlino e Praga.
Quali i rischi dietro l'angolo?
Il principale riguarda i possibili depistaggi che i lavori della Commissione potrebbero subire. Su questo aspetto sara' necessario vigilare con la massima attenzione.
Il Governo Renzi ha avviato la desecretazione di alcuni vicende spinose e dolorose, da questo punto di vista è stato "toccato" il Caso Moro?
Non in modo rilevante. Come e' noto su vicende di stragi e di terrorismo non e' possibile mettere il segreto di Stato. L'azione del governo ha riguardato un diverso aspetto, ossia la declassificazione di documenti riservati. Ma sulla vicenda Moro questa declassificazione e' in gran parte già avvenuta in modo anticipato negli anni Novanta, proprio a causa della grande attenzione dell'opinione pubblica sulla vicenda. Lo dico con cognizione di causa perché senza questa declassificazione anticipata sarebbe stato per me più difficile scrivere i due libri sugli scritti di Aldo Moro dalla prigionia.
pietro.panzarino@oggitreviso.it