Italo, custode dei pascoli sul monte Cesen

Storia e gloria di Malga Marriech

| Sara Armellin |

immagine dell'autore

Sara Armellin | commenti |

VALDOBBIADENE - Raggiungere Malga Mariech è veramente alla portata di tutti: basta affrontare i tornanti che dal centro di Valdobbiadene conducono fino al piazzale delle Pianezze e poi proseguire per l’unica strada che taglia il fianco del Monte Cesen. Non si può sbagliare, anche perché non ci sono bivi o alternative: la strada, un tempo sterrata ma ora comodamente asfaltata, termina proprio sul parcheggio – quello sì che è in ancora in erba e sassi! – da dove si gode della vista quieta e invitante dei pascoli che fanno da cornice alle casere che costituiscono l’insieme di Malga Mariech.

Che se un tempo era solo un modesto ricovero per pastori e vacche che venivano condotte qui nei mesi estivi a brucare l’erba di altura, oggi è un ridente ed efficiente agriturismo, con annesso punto vendita, caseificio, stalla, gazebo per le birre, rastrelliera per le biciclette elettriche, terrazza panoramica e 14 posti letto per i turisti. Dietro questo cambiamento c’è il duro lavoro di una grande famiglia, i Curto, che forti dell’esperienza nella gestione dell’aziende agricola Ponte Vecchio in quel di Vidor, conducono questa fiorente attività in quota durante i mesi estivi. Fin dagli anni trenta del secolo scorso infatti i Curto hanno sempre portato le loro vacche in alpeggio: dopo essersi appoggiate a diverse malghe nelle svariate stagioni, da vent’anni è stata loro affidata la gestione dei casolari in località Mariech.

Italo, classe 1952 e mani forti temprate dalla vita in stalla, insieme ai figli Stefano e Fabio ha intrapreso un ambizioso progetto di riqualificazione dei vari rustici con la disponibilità di Veneto Agricoltura, proprietaria della struttura, e forte dell’appoggio del Consorzio Valorizzazione Montana Monte Cesen di cui è promotore e sostenitore. Così dalla vecchia stalla è stato ricavato un efficiente caseificio in quota per lavorare i 10/15 quintali di latte fresco che vengono munti quassù. Nello stesso stabile, trovano spazio la stalla per le 120 vacche, gli alloggi per la famiglia e quelli per il personale.

Perché qui di braccia ne servono assai: oltre alla cura degli animali e al caseificio, a cui si dedica il figlio Stefano e due ragazzi, c’è da mandare avanti il negozio e l’agriturismo, prima affidato alle cure di mamma Patrizia e oggi a Lara, compagna di Stefano. In estati afose come queste, la malga è preso d’assalto da escursionisti, turisti ma anche semplici trevigiani che cercano frescura nei 1504 metri d’altitudine di questo idilliaco luogo. Del resto dal portico si gode di una vista impagabile sulla pianura trevigiana e si possono gustare i piatti dell’agriturismo, che spaziano dai prodotti del caseificio, agli insaccati prodotti con i suini allevati a Vidor, ai piatti della tradizione, il tutto innaffiato dall’ottimo vino della cantina Ponte Vecchio.

Perché non dobbiamo scordare che dietro a questa malga c’è una consolidata realtà agricola, che a Vidor conta su un ulteriore punto vendita, dove non è raro incrociare Italo durante i mesi invernali. Nemmeno a dirlo, se gli chiedete quale è la parte che ama di più del suo lavoro, la risposta è: la malga. Stare in alpeggio è un’esperienza che segna la vita delle persone, penetra sotto pelle e difficilmente si riesce a farne a meno.

Anche se i tempi sono cambiati, le vacche vengono portate su e giù con i camion e non più a piedi, la caliera non è più di rame con il fuoco sotto ma di acciaio termoregolato da centraline elettriche: ma lo spirito genuino e il profumo dell’erba di montagna restano nel latte e passano nei formaggi lavorati rigorosamente con latte crudo. Sulla genuinità di questa produzione non ci dilunghiamo, dal momento che sono stati pluripremiati in numerosi concorsi per formaggi di malga: il modo migliore per valutarne la qualità, è salire a 1504 metri e degustarli in loco, senza scordare di passare per il punto vendita a fare scorta di un po’ di caci, yogurt e ricotte prima di tornare in pianura.

 



foto dell'autore

Sara Armellin

Agenda

Dello stesso argomento

In collaborazione con:

Con il supporto di:

Scrivi a Treviso a Tavola:

Scrivi alla Redazione Segnala un Evento

Grazie per averci inviato la tua notizia

×