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20 aprile 2024

Conegliano

J'ACCUSE CONTRO LA SANITA'

Due genitori trevigiani da cinque anni "ostacolati" nella cura del loro bambino

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J'ACCUSE CONTRO LA SANITA'

Nel 2003 hanno avuto un bimbo, bellissimo, ma malato. E da allora (sono passati cinque anni), i due genitori trevigiani hanno fatto di tutto per curare e assistere il figlioletto.

Hanno varcato strutture sanitarie e ambulatori pubblici e privati, su consiglio di questo o quel funzionario; hanno chiesto di poter curare il bimbo in strutture specializzate fuori provincia o regione (l'osepdale Burlo di Trieste o il centro di riabilitazione di San Giovanni Rotondo in Puglia); hanno investito risorse umane, emotive ed economiche nel tentativo di dare al figlio le cure adeguate. E hanno fatto tutto questo, trovando nel loro cammino - sostengono i genitori - ostacoli, incomprensioni, difficoltà continue, la cui responsabilità va ascritta ai funzionari di diverse strutture sanitarie.

Stanchi per aver dovuto combattere non solo con la malattia del loro piccolo figlio, ma con una burocrazia miope e a volte con l'indifferenza o la "scontrosità" degli operatori sanitari, i genitori hanno denunciato la loro odissea alla commissione parlamentare per la malasanità, al Ministero della salute e alla Regione Veneto, affinchè tali organismi intervengano per chiarire le numerose inerzie e consentano loro di offrire le migliori cure al bimbo.

La segnalazione è stata presentata attraverso il Centro Studio per la Difesa del Malato il cui giurista, Nicola Todeschini, sta studiando il caso insieme a periti medico legali.

"L’odissea dei genitori del piccolo - riferisce il Centro Studio per la difesa del Malato - è iniziata in occasione del parto, avvenuto a Villa Salus, nel luglio del 2003; contro la struttura è iniziata una vertenza, per ora stragiudiziale, volta a rinvenire le basi di una soluzione transattiva quale presupposto accertamento della responsabilità che sarebbe condivisa con i sanitari anche di una struttura dell’Ulss 9, ma è purtroppo proseguito allorchè il piccolo, affetto da gravi patologie, si è ritrovato coinvolto in numerose vicissitudini che gli impediscono tutt’ora di essere oggetto di adeguata assistenza."

La famiglia ha dovuto sopportare addirittura un enorme difficoltà per ottenere la disponibilità di un girello, che secondo i sanitari era utile alla cura.Il girello in questione, indispensabile per aiutare il bimbo a muoversi, è stato messo a disposizione della famiglia solo cinque anni dopo la richiesta presentata alla struttura sanitaria e, per ironia della sorte (o forse lo sbaglio o la superficialità dei funzionari che hanno compilato la richiesta), il girello è arrivato senza imbragatura per sostenere il bimbo e quindi non è mai stato utilizzato dal piccolo, restando inutilizzato presso la struttura

Dopo cinque anni nei quali sono stati rinviati da un ufficio all’altro i genitori, disperati, chiedono ora che si faccia chiarezza sull'inerzia che ha caratterizzato il percorso di cura del bimbo e che "finalmente il loro piccolo angelo al quale sono state spezzate le ali sia aiutato a ritrovare la serenità perduta”. E sperano che il fatto di essersi rivolti al Cnetro Studio per la difesa del malato non comporti, come è avvenuto in passato, ulteriori difficoltà a loro carico.

Emanuela Da Ros

 


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