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24 aprile 2024

Treviso

L’Anpi di Treviso sbugiarda chi mistifica la storia

I documenti originali sull’uccisione di Antonio Adami

| Margherita Zaniol |

| Margherita Zaniol |

Anpi di Treviso

TREVISO – Il presidente provinciale dell’Anpi Treviso, Giuliano Varnier, ha reso nota l’esistenza di documenti originali che sbugiardano chi mistifica la storia, relativamente alla morte di Antonio Adami. Ecco la lettera dell'Anpi Treviso che pubblichiamo integralmente. 

Falsificare la storia è una costante del fascismo vecchio e nuovo. Del resto da chi pretende una falsa pacificazione e una comparazione tra brigate nere e partigiani non c’è da aspettarsi nulla di diverso. Tutti da giustificare dicono, fascisti e partigiani. Qualche errore da una parte e dall’altra. Chiudiamo questa storia. Non è così, non può essere così. Se non si riconosce che il fascismo ha preso il potere con la complicità della monarchia sabauda e dei poteri forti del tempo, degli agrari ed industriali, degli alti vertici dell’esercito e non solo, se non si riconosce che il fascismo ha ucciso, torturato, incarcerato, soppresso tutte le opposizioni, se non si parte da questo, ogni pacificazione sarà pura ipocrisia. E quelle complicità il fascismo le ebbe per stroncare le lotte operaie, il movimento socialista, il sindacato. E poi ricordiamo le leggi razziali e la guerra al fianco dei nazisti con centinaia di migliaia di morti solo in Italia. E infine il tradimento al seguito dei nazisti con la famigerata repubblica di Salò. Non si può fare del capo del fascismo una sorta di eroe coraggioso e patriota che ha tentato di rendere grande l’Italia. In quanto a coraggio ricordiamo che al tempo della marcia su Roma il Duce aveva pronto il biglietto per scappare in Svizzera se il re avesse firmato lo stato d’assedio proposto dal governo Facta e prese il vagone letto per Roma quando gli fu assicurato dal re che avrebbe ricevuto l’incarico di primo ministro. Ed infine, quando l’Italia fu liberata con l’impulso delle forze alleate, dei soldati e dei partigiani, Mussolini stava scappando verso la Svizzera ancora una volta, nascosto in un camion di soldati tedeschi, vestito da caporale della Wehrmacht. Ma i calendari che campeggiano in alcune edicole oscurano questa tragica storia fatta di morte, di distruzione e di tradimento. Preferiscono presentare un tronfio Mussolini con le braccia sui fianchi e lo slogan “se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi”.

Solo riconoscendo il valore della lotta partigiana e condannando il fascismo si potrebbe voltare pagina. Ma purtroppo i principi della Costituzione e le leggi esistenti che proibiscono l’apologia e la propaganda fascista spesso non sono applicate. Ed è ancor più grave che nelle scuole la storia non la si insegni in modo adeguato. Quella pagina alcuni continuano a falsificarla, avvalorando le tante falsità che caratterizzarono il ventennio fascista. Una falsità gravissima l’abbiamo vista pubblicata su un giornale nei giorni scorsi: il comandante partigiano Toni Adami, secondo una dichiarazione di chi preferisce denigrare i partigiani e celebrare i “martiri” fascisti, sarebbe stato ucciso da partigiani della Mazzini travestiti da tedeschi. Questa falsificazione della storia e dei fatti non è nuova, come non sono nuove le menzogne costruite per darvi credito. E come uccidere Toni Adami una seconda volta.

Sulla figura di Toni Adami e su come fu ucciso hanno scritto in molti che si sono occupati della Resistenza e delle vicende partigiane nella nostra provincia e in particolare in quelle valli che da Vittorio Veneto vanno fino a Valdobbiadene. Vallate dove i fascisti e i nazisti uccisero, torturarono, incendiarono case ed intere borgate. Ne hanno scritto valenti storici dell’Istresco come Federico Maistrello, Daniele Ceschin e altri. E prima ancora Ives Bizzi, Ivo Dalla Costa, Elio Fregonese e Lino Masin. C’è in ogni caso un documento che dovrebbe tappare la bocca una volta per tutte a questi denigratori della Resistenza. Si tratta di un documento originale della XX Brigata Nera con firma autografa del comandante militare della stessa, tale Bruno Cappellin. In tale documento si riferisce che i tedeschi sono riusciti finalmente ad uccidere il capo dei ribelli Antonio Adami che da tempo era ricercato.

Naturalmente neanche questo documento autentico e consultabile presso l’Istresco, che viene riportato in calce, basterà a dare la vista a chi non vuol vedere. Comunque, i pericolosi rigurgiti di fascismo che si vedono riemergere soprattutto dopo il recente risultato elettorale, possono essere sconfitti soltanto dalla politica democratica. Francamente, che ci sia chi porta dei fiori a dei morti di parte fascista non ci indigna, se avviene in forma privata. Ci indigna invece che in certi casi siano uomini delle istituzioni a farlo fingendosi dei “pacificatori” dal cuore tenero. Come riteniamo inammissibile che in alcuni cimiteri ci siano delle lapidi che offendono la memoria di partigiani come quelli della gloriosa brigata garibaldina Mazzini, che in quelle contrade si è sacrificata lasciando sul terreno tanti morti. Certa gente quindi stia “serena”. In Italia e anche in provincia di Treviso la maggioranza dei cittadini è antifascista. Soltanto una legge elettorale sciagurata ha permesso alle destre di prevalere. Ma forte rimane e rimarrà l’antifascismo e viva resterà la memoria di figure di resistenti come Toni Adami.

Treviso, 21 novembre 2022
Giuliano Varnier
Presidente Provinciale Anpi Treviso


Trascrizione del citato documento della XX brigata nera Cavallin sulla morte di Toni Adami, consultabile in originale presso Istresco. Allego anche il documento originale che, presso l’Istresco, è consultabile in forma leggibile.

26 marzo: verso le 9 una pattuglia di militari tedeschi, in servizio di perlustrazione, sorprendeva sulla strada di Guia il partigiano Adami Antonio di Filippo della classe 1905 detto “Toni”; avendo lo stesso tentato la fuga veniva colpito con un colpo d’arma da fuoco decedendo sul posto. Si chiarisce trattarsi di quel Adami, avvocato, già noto, ispettore delle bande ribelli di quella zona. Il comando germanico locale non ha voluto segnalare se sul cadavere dello stesso fossero stati trovati documenti interessanti.
 

 


| modificato il:

Margherita Zaniol

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