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23 aprile 2024

Treviso

L’ASCOM DICHIARA GUERRA AI FARMER'S MARKET

I commercianti contro i mercati dei contadini: “Concorrenza sleale”

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Treviso - “L’ennesima forma di concorrenza sleale a danno del commercio al dettaglio e in generale dei consumatori”. L’Ascom punta il dito contro i “farmers market”, i mercati ortofrutticoli gestiti dai contadini.

I consumatori tirano la cinghia e scoprono nuove formule di vendita, spesso molto convenienti: latte alla spina, spacci di frutta e verdura, vendita diretta e, oggi, anche i mercati low cost degli agricoltori, che permettono di risparmiare il 40% rispetto a negozi e supermarket.

A Montebelluna un mercato di questo tipo è già in funzione, ma presto apriranno anche a Treviso, Godega di Sant’Urbano, Conegliano, Valdobbiadene e Oderzo. Sono stati previsti dalla Finanziaria dell’anno scorso e, secondo le intenzioni del Governo, entro il 2010 dovrebbero arrivare a quota 400 coinvolgendo fino a 8 mila imprese agricole.

Ma non è tutto oro quel che luccica, almeno per l’Unascom-ConfCommercio di Treviso. “Il commercio tradizionale - spiegano il presidente Guido Pomini e il segretario Piero Tedesco - è a favore dell’evoluzione del mercato, accetta le nuove formule commerciali, ma è contro le distorsioni che danneggiano la piccola e media distribuzione introducendo elementi di concorrenza sleale a tutto danno dell’utente finale”.

E’ un vero e proprio appello quello che i commercianti trevigiani rivolgono a Comuni, associazioni ed istituzioni, dopo aver preso posizione sui “falsi” agriturismi che organizzano banchetti e cerimonie in barba alla legge regionale, sulle “false” sagre paesane in cui si festeggiano più compleanni che patroni, sui “falsi” che, in generale, invadono il mercato del tessile e dell’occhialeria.

“Ora – spiegano Tedesco e Pomini - anche la spesa in campagna e presso i farmers market, se da una parte ripropone con forza e correttezza la cultura dal prodotto tipico e locale, dall’altra, se mal gestita, può rappresentare l’ennesima forma di concorrenza sleale a danno del commercio al dettaglio e in generale dei consumatori”. L’Ascom chiede soprattutto chiarezza e rispetto delle regole, “perchè si fa presto a parlare approssimativamente di convenienza ed a screditare intere categorie”.

Dai primi sopralluoghi effettuati nel market di Montebelluna, “la confusione e la disparità di regole è evidente”.“I prodotti esposti – spiegano i vertici della categoria - non vengono selezionati e suddivisi per calibri e categorie, ma mescolati, impedendo un confronto di prezzi serio ed oggettivo, la merce viene venduta in casse ed in beans grandi, anche per prodotti come pesche e nettarine, cosa non concessa ai negozi ed ai supermercati, e sulla tracciabilità urgono controlli”.

L’auspicio, insomma è che “i farmers market non diventino una mera operazione di marketing, ma una proposta seria”.

 


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