L’Autonomia della Regione Veneto
Intervista al Ministro Federico D’Incà
BELLUNO - Il Ministro Federico D'Incà, nato a Belluno nel 1976, dopo il diploma all’I.t.i.s. “G. Segato” si è laureato in economia all’Università di Trento (2000) e, nella sua ultima esperienza, ha lavorato in qualità di analista di sistemi di gestione informatica. Dal 2010 diventa attivista del Movimento 5 Stelle, mentre nel 2011 si è impegnato nei 4 Sì ai referendum abrogativi. Nel 2012 è tra i promotori delle liste civiche M5S a Belluno e Feltre, candidandosi come consigliere comunale.
Nel 2013 da candidato con il Movimento 5 Stelle alle politiche è stato eletto deputato, nella circoscrizione VIII Veneto 2.
Nel 2018 è rieletto e viene nominato questore della Camera dei deputati. Fa parte della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, del Comitato per la Comunicazione e l'Informazione Esterna, del Comitato di Vigilanza sull'Attività di Documentazione, del Comitato per gli Affari del Personale, del Comitato per la Sicurezza.
Interessato all’ambiente e all’innovazione, è stato vice presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (2016).
È sposato con Laura e ha una figlia. E’ Ministro per i rapporti con il Parlamento nell’attuale Governo Conte bis.
Ha accolto l’invito per un’intervista in esclusiva per Oggitreviso.
- La funzione del Ministro dei Rapporti con il Parlamento... E’ centrale nei rapporti tra Governo e Parlamento, per fissare il calendario delle sedute, gestire i rapporti con i capogruppi e con le Commissioni Parlamentari. Mi avvalgo della collaborazione dei Sottosegretari Simona Malpezzi e Gianluca Castaldi. In questa mia nuova esperienza mi ispiro secondo la logica di “creare dei ponti e abbattere i muri”, cercando di favorire la velocizzazione dei provvedimenti, nel rispetto del Parlamento.
- Nella prima fase di questa legislatura è stato uno dei tre Questori della Camera: quali sono stati i provvedimenti più significativi in tale veste? Prima di tutto è stato operato il taglio dei vitalizi di 2300 parlamentari, che, ovviamente, hanno cercato di resistere a questa novità. Inoltre con provvedimenti vari sono stati risparmiati 100 milioni, che sono stati restituiti al bilancio dello Stato per essere utilizzati a favore della protezione civile e dei terremotati. Mi sono impegnato e continuo a farlo per favorire la digitalizzazione di tutti i lavori parlamentari per renderli anche più efficaci . Per ultimo vorrei ricordare il recente provvedimento per per ridurre l'uso della plastica, denominato "plastic free".
- In veste di parlamentare del Veneto sicuramente ha tenuto presente i problemi della nostra regione: può ricordarci qualcuno dei provvedimenti? Nel primo anno di legislatura, il Governo ha istituito il fondo indennizzo risparmiatori (Fir), con una dotazione di 1.575.000.000 di euro nel triennio 2019-2021: è uno strumento a favore dei cittadini truffati dalle banche. Inoltre sono stati assegnati 900 milioni per ridurre i danni della VAIA, il maltempo sul Triveneto del 26-30 ottobre dell’anno scorso.
- Tocchiamo ora un argomento molto delicato: l'autonomia, richiesta dalla Regione Veneto dopo il referendum popolare… L'autonomia delle Regioni ha messo in luce eccessive aspettative, sia positive, ma anche negative. Ha compromesso i rapporti di fiducia all'interno del Paese. Insieme ai due ministri Francesco Boccia per gli Affari Regionali e Giuseppe Provenzano per il Sud stiamo lavorando a un compromesso al rialzo, puntando alla creazione di un laboratorio pragmatico, di durata triennale con lo studio delle carte alla mano. Il tutto nella logica di un dialogo senza spaccatura.
- Riserviamo l'ultima domanda sulla sua provincia ossia Belluno. Attendiamo con fiducia e speranza due grossi eventi sportivi: il campionato del mondo nel 2020 e le Olimpiadi nel 2026. Inoltre la nostra provincia deve diventare un centro e un laboratorio per lo studio di un grave fenomeno ossia il calo demografico soprattutto sulle Dolomiti. Né possiamo dimenticare la grave tempesta che ci ha colpito nell'autunno scorso: la Vaia. Bisognerà controllare e verificare il dissesto idrogeologico e mettere in moto meccanismi, che in qualche modo aiutino a prevenire certi disastri, che sicuramente dipendono anche dal riscaldamento globale. pietro.panzarino@oggitreviso.it