CASTELFRANCO – Mario Bertolo coordinatore di “Articolo 1 della Castellana” interviene sulla distribuzione dei buoni spesa per chi è in difficoltà economica a Castelfranco Veneto. “Quando si è di fronte a un'emergenza o peggio ancora alla fame, non c'è scusa che giustifichi un ritardo all'intervento immediato. La discussione "fuorviante e strumentale" che sembra prevalere da qualche giorno è quella sull'ammontare dei contributi per le difficoltà alimentari delle famiglie che sono arrivati al nostro Comune”. Bertolo, si riferisce alle lagnanze del sindaco, già biasimate da altri in città: “Noi crediamo che con i 177mila euro già nelle casse del Comune, che corrispondono a 17mila e 700 buoni da 10 euro, sufficienti per il vitto giornaliero di una persona che cucina in casa, si debba immediatamente iniziare a dare le prime risposte a chi si trova in difficoltà – Bertolo prosegue -. Considerato che l'Amministrazione "aiuta" normalmente circa 200 concittadini, che diamo per assodato continueranno ad esserlo, dobbiamo pensare da subito alle nuove situazioni di "bisogno", causate dalla pandemia che ha colpito anche Castelfranco Veneto”.

Il coordinatore Articolo 1 considera poi che: “Dobbiamo assolutamente tener conto che questa nuova, insolita e drammatica situazione, nella quale loro malgrado molte persone sono "cadute", comprensibilmente fanno scattare un senso di "timore, difficoltà, se non proprio vergogna" nel rivolgersi alle istituzioni. Per questo invitiamo l'Amministrazione a non pensare ad una distribuzione esclusivamente "istituzionale", bensì attivarsi immediatamente "facendosi aiutare" da enti ed associazioni, penso alla Caritas, alle Discepole del Vangelo, al Volontariato, da sempre sono vicine e coinvolte in queste problematiche e alle quali sicuramente queste persone in difficoltà hanno meno remore a rivolgersi”. “Se ben spesi, diversamente da evidenti strumentalizzazioni politiche – conclude quindi Mario Bertolo -, i 177.000 euro, che tra l'altro sono un primo contributo finalizzato esclusivamente per le "emergenze alimentari", sono sufficienti per dare una risposta concreta e un sollievo a tante famiglie che aspettano oggi, e no domani, un aiuto. Il resto sono "chiacchiere da bar" o strumentalizzazioni da sezione partitica".