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20 aprile 2024

Castelfranco

L'arte contemporanea torna al Teatro Accademico con la personale di Lando

L'artista padovano, ingegnere per scelta e pittore per vocazione, espone nella galleria del teatro le sue opere ispirate dalle tematiche naturali.

| Leonardo Sernagiotto |

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| Leonardo Sernagiotto |

L'arte contemporanea torna al Teatro Accademico con la personale di Lando

CASTELFRANCO - L’arte contemporanea ritorna al Teatro Accademico. Dopo aver ospitato per i mesi estivi la mostra dedicata a Giorgio Semitecolo, ora l’edificio progettato da Francesco Maria Preti è pronto ad accogliere le opere pittoriche di Alessandro Lando, giovane artista padovano, che resteranno esposte fino a domenica 31 ottobre. L'inaugurazione della mostra si terrà oggi, sabato 9 ottobre, alle ore 17.

Nato a Piove di Sacco, Alessandro Lando ha un curriculum molto vario, che spazia dal diploma di maturità in ambito artistico a una formazione musicale in pianoforte e canto, ai quali si aggiungono anche gli studi in ambito energetico-ambientale, con una laurea in Ingegneria chimica. Autodefinitosi “ingegnere per scelta e pittore per vocazione”, Lando ha intensificato la sua attività artistica attraverso continue ricerche personali e corsi formativi, che l’hanno portato ad utilizzare dai più diversi materiali, come creta, acquerello, stucco e olio, non tralasciando la sperimentazione di materiali alternativi e l'utilizzo di elementi naturali.

L’artista anticipa il contenuto dell’esposizione: «La mostra al Teatro Accademico di Castelfranco attinge dal mio percorso artistico e riprende il viaggio iniziato a luglio di quest’anno a Palazzo Thun a Trento, che si concluderà con la mia prossima personale di dicembre a Padova in Galleria Samonà. I quadri esposti traggono ispirazione dalle tematiche naturali a me care, come ad esempio il mare che si oppone con le sue tinte pastello a una spiaggia nera, o la figura umana che, nel tema “Migranti”, perde ogni suo contorno, fino a diventare da macchia scura priva di ombre a figura femminile trasparente, dallo sguardo incerto, che si interseca perfettamente con il mare alla quale appartiene. Nelle ultime ricerche, dopo i mesi di chiusura e lockdown causati dalla pandemia, i temi passano dall’ utilizzo del bianco e nero come colori assoluti per descrivere la natura nella sua essenza e vitalità anche in assenza di luce, fino al contrasto di colori accesi che nelle loro trasparenze danno vita e movimento a paesaggi urbani».

 


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Leonardo Sernagiotto

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