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28 marzo 2024

Castelfranco

L'AVIS HA LA SUA PRIMA DONATRICE CINESE

20 anni, studentessa, Yi Ren vuole farsi promotrice del dono del sangue presso i suoi connazionali che vivono nella Marca

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Castelfranco/Mogliano - Yi Ren, 20 anni, è la prima donatrice di sangue cinese della Marca.
Originaria di Pechino, da un anno vive a Castelfranco, dove per la prima volta il 2 ottobre, al Centro trasfusionale del nosocomio castellano, ha fatto la sua prima donazione di sangue come avisina.

Studentessa universitaria, è giunta in Italia grazie al progetto “Marco Polo”. La giovane si era iscritta qualche mese fa all’Avis, e una volta ottenuta l’idoneità alla donazione, dopo essersi sottoposta, come tutti i donatori, agli esami medico-sanitari previsti, venerdì scorso ha finalmente potuto coronare quello un suo grande desiderio.

La ragazza ha raccontato la sua esperienza al convegno “Tanti colori, un unico dono”, organizzato dall’Avis provinciale a Mogliano, in occasione del 50esimo della locale Avis, per affrontare il tema donazioni di sangue e stranieri. Emozionata e felice, Yi Ren ora vuole contribuire a sensibilizzare i suoi connazionali, perché “anche il dono del sangue è un modo per ringraziare la terra che ci accoglie e da cui sono partiti tanti aiuti ai cinesi colpiti dall’ultimo terribile sisma”.

L’Avis ha voluto far luce sul volto sempre più multietnico della donazione di sangue, attraverso un censimento dei suoi donatori stranieri e una riflessione su ciò che essi rappresentano per l’intera comunità.

A partire dai numeri. I donatori stranieri sono ad oggi 587, l’1,64% dei donatori della provincia, percentuale destinata ad arrivare al 2% in tempi brevi, dal momento che altri 118 sono risultati idonei e pronti alla prima donazione. Una presenza già da questo primo dato significativa per l’associazione provinciale, impegnata a garantire il sangue alle strutture ospedaliere. Poi, sono prevalentemente giovani (per lo più tra i 21 e i 40 anni), a tutto vantaggio del ricambio generazionale di cui l’Avis soffre.

Forte la presenza delle donne: il 44% del totale dei donatori che provengono da Paesi diversi dall’Italia, mentre per le donatrici trevigiane la percentuale femminile si ferma al 35%. A donare in gran numero sono soprattutto le ucraine e le romene, e qualche donna comincia a farsi avanti anche tra le marocchine.

I donatori stranieri sono una ricchezza dal punto di vista medico, per la varietà delle loro nazionalità e per le caratteristiche che ciascuno porta in sé, come evidenziato dalla dott.ssa Annamaria Fantauzzi dell’Avis nazionale, antropologa culturale delle Università di Torino e Parigi, e dal dott. Luca Collodel, medico al servizio trasfusionale dell’ospedale di Treviso, servizio rappresentato al convegno anche dal suo primario, dott. G.Battista Gajo, e dal dott. Alessandro Spigariol.

“I nostri donatori stranieri provengono da 67 Paesi diversi – ha spiegato il presidente dell’Avis provinciale, Gino Foffano – e rappresentano tutti i Continenti, con Paesi predominanti la Romania (90 donatori), il Marocco (53), l’Albania (39) e il Brasile (34)”.

Ci sono anche tutti i paesi dell’Est e dell’ex Yugoslavia, dieci Paesi africani, molti Paesi asiatici (fino al Giappone) e persino un donatore neozelandese. Stesso dicasi per l’America, rappresentata da nord a sud. Davvero un unico dono di tanti colori che sta al passo con i tempi e con la migrazione dei popoli che a suo tempo ha visto partire anche i nostri padri e nonni - ha concluso Foffano – come risulta dai mille e più nostri donatori trevigiani nati all’estero”. Anche il dono multietnico è specchio di una Marca che cambia, ben descritta dalle parole e dai numeri di don Bruno Baratto nel suo Dossier Immigrazione Caritas, anch’esso presentato nel corso del convegno di Mogliano.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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