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28 marzo 2024

Cronaca

Lavorava al night, ma percepiva il reddito di cittadinanza: ballerina nei guai

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Lavorava al night, ma percepiva il reddito di cittadinanza: ballerina nei guai

Percepiva il reddito di cittadinanza, ma allo stesso tempo lavorava come ballerina in un night club, pagata 'in nero'. A finire nei guai è una 20enne di Modena, il cui nucleo familiare da maggio 2019 è beneficiario del rdc. A scoprirlo è stata la Guardia di finanza di Rimini, durante un controllo in un locale notturno in Riviera, all’interno del quale sono state identificate 13 ballerine, di cui 5 sono risultate in nero, compresa la giovane.

 

Per il datore di lavoro è scattata quindi la sospensione dell'attività imprenditoriale, subito revocata a seguito del pagamento di una maxi-sanzione da 20mila euro e dell'assunzione delle ragazze. La 20enne, che aveva omesso di comunicare l’avvio della sua attività lavorativa, è stata deferita all'autorità giudiziaria e un'ulteriore comunicazione è stata inviata alla sede provinciale Inps di Modena, poiché quando uno dei componenti del nucleo familiare viene trovato a svolgere attività di lavoro dipendente in nero, è prevista la decadenza dal beneficio e la disattivazione della carta di Reddito di cittadinanza

 

.A termine dell’attività ispettiva, poi, fanno sapere i finanzieri, nei confronti dello stesso datore di lavoro è stata contestata la cosiddetta ‘maxi-sanzione’, che va da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 10.800 euro per ogni lavoratore trovato ‘in nero’, nonché la ‘maxi-sanzione aggravata’ pari a 4.320 euro prevista in caso di impiego di lavoratore ‘in nero’ percettore di Reddito di cittadinanza. Sempre nell’ambito dei controlli effettuati dalle fiamme gialle a Rimini, poi, è stata individuata anche una donna ucraina che a sua volta percepiva il reddito di cittadinanza, pur essendo impiegata regolarmente come cameriera in un hotel. In questo caso, la lavoratrice residente e Velletri (Roma), non solo ha omesso di comunicare all'Inps competente l'avvio di un lavoro dipendente, come previsto dalla legge, ma ha anche presentato una Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) omettendo di indicare i redditi percepiti dal coniuge. In questo modo ha ottenuto una certificazione Isee alterata e fasulla, ma idonea a ottenere i benefici del Reddito di cittadinanza che le è costata, però, il deferimento all'autorità giudiziaria di Velletri. Nei confronti dell'albergatore è stata contestata la cosiddetta la maxi-sanzione aggravata pari a 4.320 euro prevista in caso di impiego di lavoratore in nero percettore di Reddito di cittadinanza.

 



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