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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

L'Italia ha bisogno di (più) immigrati

I profughi? Vanno accolti: se non vogliamo farlo per umanità, facciamolo per convenienza

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

L'Italia ha bisogno di (più) immigrati

VITTORIO VENETO - Se c’è una cosa di cui l’Italia ha bisogno sono gli immigrati. Ce ne vogliono ancora, di più. Molti di più rispetto a quelli che abbiamo e che stiamo accogliendo. Se non arrivassero i migranti, per l’Italia, sarebbe un vero disastro. Un paese il cui tasso di natalità non era tanto basso dal 1861 e la cui età media sta crescendo vertiginosamente necessita di giovani. E, l’unico modo per averli, è sperare che arrivino da altrove.

Dal mare, ne stanno giungendo molti. Non (ancora) abbastanza ma il flusso è destinato a continuare. Per anni. Per decenni.

L’immigrazione è stata oggetto del convegno organizzato nei giorni scorsi dalla Cisl Belluno-Treviso, che ha delineato un panorama locale fatto di integrazione, speranza, conflitti, chiusura. Ignoranza e solidarietà. Un quadro da cui emerge una certezza: i migranti vanno accolti. E se non lo facciamo per spirito umanitario, facciamolo per una questione utilitaristica. Se non vogliamo dare una mano a loro, aiutiamo noi stessi.

 

La Cisl Belluno-Treviso, che negli ultimi anni si è trovata ad affrontare un flusso migratorio senza eguali, ha presentato venerdì scorso in Area Fenderl “Profughi e immigrazione 2016. Una guida ragionata per capire i fenomeni”. Con numeri, dati, statistiche, viene spiegato come i migranti possano essere una risorsa per il nostro paese, come non si tratti di un’”emergenza” ma di un fenomeno che va affrontato, e che, se ben governato, non può che portare ricchezza. Sociale, culturale ma anche, e soprattutto, economica.

 

Ad aprire il convegno Rudy Roffarè, segretario della Cisl Belluno Treviso, che ha presentato la guida in cui viene delineato il panorama trevigiano-bellunese, spiegato il sistema di accoglienza, dichiarati i costi e i benefici dell’immigrazione, con un excursus sull’origine e la causa di quei flussi che noi stessi abbiamo contribuito a creare. “Abbiamo pensato - ha dichiarato Roffarè - a un guida che ci possa far comprendere meglio i temi affrontati, con l’obiettivo di fare un quadro della situazione semplice e schematico”. A prendere la parola anche Carlo De Poi, presidente dell’Associazionismo culturale vittoriese, Marco Berdusco, presidente Anolf Treviso, Don Roberto Camillotti, presidente Caritas Vittorio Veneto, Daniele Oliveto, del Consorzio sviluppo innovazione Belluno - Treviso, Mara Maggiolo, segretario del sindacato di Polizia Siulp, Alberto Franceschini, presidente Anteas Treviso e Volontarinsieme e Franco Lorenzon, segretario generale Cisl Belluno Treviso.

 

Carlo De Poi ha portato la propria esperienza di accoglienza e coinvolgimento nell’attività di volontariato di alcuni richiedenti asilo ospitati al Ceis di Vittorio Veneto, don Roberto Camillotti ha delineato il panorama della Caritas vittoriese, che accoglie 144 migranti, tra cui molte donne, sei delle quali incinte. Marco Berdusco dell’Anolf Treviso ha spiegato il progetto Guida per i rifugiati che l’associazione trevigiana ha ideato per dare indicazioni di base, in 5 lingue, a chi arriva sul nostro territorio e non ha idea di come muoversi. Mara Maggiolo, segretario Polizia Siulp, ha chiarito una questione spesso al centro delle polemiche trevigiane: “I profughi non portano criminalità”. Maggiolo ha infatti spiegato come anche nelle grandi concentrazioni di migranti, questi ragazzi non si siano mai resi protagonisti di grossi episodi di criminalità. Maggiolo, sottolineando come - dati alla mano - non sia assolutamente vero che i profughi siano più criminali degli italiani, e spiegando che alla base di questa falsa credenza ci sia una strumentalizzazione dei fatti, ha precisato che “il profugo ci serve per produrre lavoro e almeno per questo dobbiamo accoglierlo. Se non è per una questione umanitaria, siamo almeno utilitaristici”.

 

Perché il profugo ci dovrebbe arricchire?

La popolazione italiana, abbiamo detto, sta invecchiando e seconda l’agenzia Bloomerang, entro il 2020, ci vorranno 42 milioni di nuovi europei per sostenere il sistema di welfare e pensionistico del Vecchio Continente. L’Italia è tra i paesi più vecchi in Europa e almeno un abitante su 5 è over 65. Accogliere i profughi è assorbire quella forza lavoro necessaria a pagare le pensioni dei nostri anziani, che produrrà inoltre richiesta di servizi, ulteriori posti di lavoro, creando anche nuove imprese. Il rapporto 2015 sull’economia dell’immigrazione parla chiaro: durante l’anno scorso l’immigrazione è costata all’Italia ben 12,6 miliari di euro. Ma gli immigrati hanno portato al paese 16,5 miliardi. La sottrazione è semplice: l’Italia, grazie agli immigrati, ha guadagnato 3,9 miliardi di euro solo nell'ultimo anno.

 

A dare i numeri locali ci ha pensato Daniele Olivotto, del Consorzio sviluppo innovazione di Belluno. La provincia di Belluno accoglie circa 374 richiedenti asilo che sono sistemati in 31 alloggi diversi, 25 dei quali presi in affitto appositamente. Un esempio di accoglienza diffusa.

Agriturismi, strutture delle cooperative, istituti, appartamenti accolgono gruppetti di ragazzi - la media è di 9 ma in una casa ora ce ne sono solo 2 - e cercano di far sì che questi imparino ad essere autonomi. Il Consorzio SI che ha vinto l’appalto con la prefettura riceve 32 euro al giorno per migrante: 5.5 li spende per l’affitto, 5 per i pasti, 3 per i vestiti e i generi di prima necessità, 12 per il personale (operatori, mediatori, psicologi), 2.5 per il pocket money destinato ai ragazzi, 4 per costi generali di gestione dell’intero sistema. Grazie ai profughi, a Belluno sono stati assunti una decina di giovani a tempo indeterminato e viene dato lavoro a 16 operatori, a 2 mediatori culturali, a 2 psicologi.

Ma quanti soldi hanno portato, a Belluno, i profughi? Il buono economico che per il territorio in questo biennio di accoglienza è di circa 3 milioni e 700mila euro. 230mila euro vengono destinati all’affitto locali, 1 milione e 100mila euro agli acquisti dei negozi, 1 milione e 620mila euro ai servizi alla persona, 340mila euro vanno in tasca ai migranti che, ovviamente, li spendono sul territorio, 540mila euro vanno alla cooperativa per la gestione dell’intero sistema. “L’80% di questi soldi - ha spiegato Oliveto - proviene dall’UE e si trasforma in indotto, in lavoro, in soldi per Belluno. I migranti solo con la loro presenza incrementano significativamente il Pil della provincia di Belluno”. Insomma, anche non “facendo nulla” - ma in realtà nel bellunese i profughi si danno da fare in attività di volontariato, nello studio della lingua e cultura italiana, e nella cura di sé e del proprio alloggio - i migranti portano soldi. Non solo: riusciranno a influire positivamente sul tragico andamento demografico che sta vivendo l’Italia, potranno portare nuove opportunità di lavoro, pagare le pensioni ai nostri anziani e creare necessità di servizi. Lavoro, soldi, crescita: ecco cosa ci può portare, se ben gestita, quell’immigrazione che spesso si cerca, invano e stupidamente, di fronteggiare.

 

La conclusione del convegno è stata affidata al segretario generale della Cisl Belluno Treviso Franco Lorenzon, che ha posto al pubblico una domanda: “E più problematico se arrivano i profughi o se non arrivano?”

Ai dati la palese sentenza.

 


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