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28 marzo 2024

Cronaca

Long Covid per il 40% degli under 14, sintomi per almeno 2 mesi

Su Lancet maxi studio danese, il più grande in questa fascia d'età

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Long Covid per il 40% degli under 14, sintomi per almeno 2 mesi

ITALIA - Mal di stomaco, segni sulla pelle, umore ballerino, senso di fatica, problemi di concentrazione e di memoria. Sono i possibili sintomi del Long Covid nei bambini da zero a 14 anni, che interessano il 40% circa dei guariti da Sars-CoV-2 in questa fascia d'età e durano almeno 2 mesi. A indicarli è il più grande studio condotto finora sulla sindrome post-infezione negli under 14, pubblicato tu 'The Lancet Child & Adolescent Health'. Un lavoro danese sulla cui base gli autori raccomandano "ulteriori ricerche per comprendere meglio le conseguenze a lungo termine della pandemia sui bambini", una "conoscenza essenziale per guidare i processi diagnostici, l'assistenza e le decisioni in merito a misure come la vaccinazione" dei più piccoli, ma anche eventuali nuovi "lockdown". "I nostri risultati - sottolinea infatti Selina Kikkenborg Berg dell'ospedale universitario di Copenaghen - dicono che, sebbene i bambini che hanno avuto una diagnosi di Covid-19 abbiano maggiori probabilità di manifestare sintomi a lungo termine rispetto a quelli senza una precedente diagnosi di Covid, la pandemia ha influenzato ogni aspetto della vita di tutti i giovani" in termini di "qualità della vita", specie alla luce dell'"assenza dalla scuola o dall'asilo".

 

La ricerca si è focalizzata sugli 0-14enni perché la maggior parte degli studi precedenti sul Long Covid si erano concentrati sugli adolescenti, con neonati e bambini poco rappresentati. Alle madri o ai tutori di under 14 contagiati da Sars-CoV-2 tra il gennaio 2020 e il luglio 2021 sono stati inviati dei questionari, per indagare sui 23 sintomi di Long Covid pediatrico considerati più comuni dopo una survey del gennaio 2021, utilizzando i criteri Oms per definire la sindrome post-virus, ossia sintomi persistenti per oltre 2 mesi. In totale sono state ricevute risposte per quasi 11mila bambini che avevano sperimentato un contagio Covid-19, che sono state confrontate con quelle relative a oltre 33mila mai risultati positivi. E' emerso che nella fascia d'età 0-3 anni il 40% di chi aveva avuto Covid ha manifestato sintomi per più di 2 mesi, contro il 27% dei controlli; nei 4-11enni le percentuali sono state del 38% (infettati da Covid) e del 34% (controlli), mentre fra i 12-14enni del 46% e del 41%.

 

I disturbi più frequenti sono stati sbalzi d'umore, eruzioni cutanee e dolori di stomaco per gli under 3; sbalzi d'umore, difficoltà a ricordare o a concentrarsi ed eruzioni cutanee fra i 4-11enni, e affaticamento, sbalzi d'umore e difficoltà a ricordare o a concentrarsi nei 12-14enni. Sebbene i sintomi rilevati siano comuni in generale tra i bambini, e non specificatamente associati a Long Covid, secondo lo studio gli under 14 che avevano ricevuto una diagnosi di positività a Covid-19 avevano maggiori probabilità di manifestare disturbi a lungo termine, rispetto a quelli mai contagiati da Sars-CoV-2. Per gli autori questo suggerisce che i disturbi riferiti erano sequele lasciate da Covid, elemento supportato - precisano gli esperti - dal fatto che circa un terzo dei bambini che erano stati Covid-positivi lamentava sintomi assenti prima dell'infezione. Inoltre, con l'aumentare della durata dei disturbi, la percentuale di chi li presentava tendeva a diminuire. I ricercatori ammettono che il loro lavoro ha dei limiti, innanzitutto il periodo lungo trascorso tra la diagnosi di Covid e il sondaggio. Però "i nostri risultati sono in linea con studi precedenti sul Long Covid negli adolescenti - rimarca Kikkenborg Berg - che dimostravano come, sebbene le probabilità che i bambini soffrano di Long Covid siano basse, soprattutto rispetto ai gruppi controllo, questa sindrome deve essere riconosciuta e trattata seriamente. Ulteriori ricerche - ribadisce - saranno utili a comprendere meglio questi sintomi e le conseguenze a lungo termine della pandemia sui bambini". In un commento al lavoro, nel quale non è stata coinvolta, Maren Rytter dell'università di Copenaghen osserva: "Benché lo studio abbia rilevato che i sintomi di qualsiasi tipo erano leggermente più frequenti nei bambini che erano stati infettati da Sars-CoV-2", nei gruppi di età considerati "l'impatto complessivo dell'avere avuto Covid-19 è probabilmente piccolo e molto inferiore rispetto all'impatto degli effetti indiretti della pandemia. Per la maggior parte dei bambini con sintomi non specifici dopo Covid-19, è più probabile che i disturbi siano causati da qualcosa di diverso da Covid e, se sono correlati a Covid-19, è probabile che passino con il tempo".

 


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