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23 aprile 2024

Treviso

Ma le province non erano state abolite?

Intervista a Maurizio Bonotto, vice presidente uscente della Provincia di Treviso

| Alberta Bellussi |

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| Alberta Bellussi |

Ma le province non erano state abolite?

Oggi ci saranno le Elezioni della Provincia di Treviso con la nuova legge voluta dal Governo Renzi. L’intervista all’avvocato Maurizio Bonotto, vicepresidente uscente della Provincia di Treviso e sindaco del Comune di Vazzola per tre mandati, per fare un po’ il punto di quattro anni di esperienza amministrativa all’interno di una Provincia con poche risorse e molti oneri.

 

1) Come sono stati questi 4 anni?

 

Con oggi si chiude effettivamente la mia esperienza in Provincia, iniziata oltre quattro anni fa, e cioè nei primi mesi del 2014. Bisogna precisare che ben diverso è stato il primo periodo, con la “vecchia” Provincia, Presidente Muraro e questi ultimi due anni con la Provincia così come modificata dalla nota Legge Del Rio, Presidente Stefano Marcon. Da un punto di vista di rapporti umani, reputo positive entrambe le esperienze, sia per il rapporto con gli altri componenti della maggioranza che con quelli di minoranza, anche se la nuova Provincia, così com’è strutturata, riduce i momenti di incontro, soprattutto con i componenti della minoranza. E’ stata certamente un’occasione, soprattutto negli ultimi due anni, con la carica di Vice-Presidente da me ricoperta, di conoscere più a fondo il nostro territorio e le problematiche di area vasta che ne conseguono, nonché di incontrare tanti Sindaci e amministratori, realtà produttive e tante persone che operano nella nostra Provincia, in particolare nel mondo del volontariato. Da un punto di vista dei risultati ottenuti, invece, ovviamente vi è una profonda differenza tra i due periodi; siamo passati da una Provincia che realizzava almeno due/ tre rilevanti opere all’anno, all’attuale che, in due anni, non è riuscita a fare alcun investimento, se si esclude qualche manutenzione, da ritenersi peraltro ordinaria, su scuole e strade.

 

2) Quando si svolgeranno le nuove elezioni e come si svolgono?

 

I cittadini non hanno più voce in capitolo per le Province è una cosa giusta? Le nuove elezioni del solo Consiglio (il Presidente rimane in carica altri due anni) si svolgeranno oggi 31 ottobre e saranno chiamati ad eleggere i nuovi sedici Consiglieri tutti i Consiglieri, e Sindaci sotto i trentamila abitanti, dei Comuni della Provincia, con un sistema a voto ponderato, nel senso che ci sono cinque categorie di Comuni, partendo da quelli con più bassa popolazione, i cui Consiglieri hanno un voto che pesa sempre più in base all’aumentare degli abitanti residenti nel loro Comune. A mio parere questo sistema, che ha trasformato la Provincia in Ente di secondo livello, rispondeva alla volontà del Governo Renzi, che voleva ridimensionare le Provincie e cancellarle con la revisione costituzionale; sennonché il popolo ha deciso per il no per cui, trattandosi di Ente ancora previsto e garantito dalla Costituzione Italiana, sarebbe più corretto, da un lato, dare risorse e dignità, dall’altro, consentire che siano i cittadini direttamente a scegliersi i loro rappresentanti.

 

3) Ma le Province non erano state abolite? Come detto sopra, il disegno Renzi-Del Rio, a mio parere era quello di esautorare le Provincie, eliminarle dalla Costituzione e forse poi arrivare anche all’abolizione. Il no espresso dal popolo italiano per tramite del referendum ha sparigliato le carte e ora credo che il nuovo Governo dovrà a breve rivedere la Legge Del Rio, o addirittura crearne una ad hoc. Sulla questione credo che la Lega abbia le idee piuttosto chiare e voglia tornare a delle Provincie funzionali e rappresentative, anche se magari ridotte nel loro numero, mentre ritengo che i Cinque Stelle non siano proprio sulla stessa lunghezza d’onda e ciò potrà creare qualche ritardo o comunque compromesso che non soddisfi appieno le aspettative.

 

4) Secondo lei ha avuto un senso svuotare le Province di tutte le sue disponibilità economiche e lasciare comunque le competenze?

 

E’ chiaro che è stata una mossa improvvida, se non addirittura assurda, lasciare importanti competenze alle Province (basti pensare ai quattrocentomila metri quadrati di edifici scolastici e ai circa milleduecento chilometri di strade) togliendo ogni disponibilità di investimento, se si esclude qualche centinaio di migliaia di Euro che non sono neppure sufficiente per una corretta manutenzione ordinaria. Per spiegare qual’è la situazione in cui si è trovata la Provincia, è sufficiente porre l’attenzione sul dato relativo alle imposte di competenza provinciale (quota su assicurazione veicoli, imposta di trascrizione veicoli e tassa ambientale); sui circa sessantatre milioni di euro che i trevigiani versano per tali poste, oltre quaranta vengono trattenuti a Roma.

 

5) Lei fa politica da tantissimi anni, ha ricoperto vari incarichi e conosce bene le istituzioni cosa pensa della Provincia così strutturata? Ho già accennato sopra e ribadisco che una Provincia così strutturata non ha senso. Bisogna far sì che le competenze che attualmente ha, a mio parere, vengano allargate (ad esempio i Centri per l’Impiego non possono che essere gestiti a livello Provinciale e Treviso è stato un esempio di efficienza e funzionalità per tutta l’Italia). Va consentito che il gettito delle imposte dedicate alla Provincia resti tutto a disposizione della stessa, forse fatta salva una quota per costituire un fondo di solidarietà con le altre Province e bisogna che Consiglieri e Presidente non abbiano altri incarichi e possano avere un’indennità, per quanto minima, che consenta loro di “distrarsi” dalle loro attività lavorative per impegnarsi nell’incarico; è molto difficile, a meno che non si tratti di pensionati, che un Sindaco, specialmente di una città, trovi il tempo che servirebbe per svolgere compiutamente il ruolo di Presidente o di Consigliere Delegato.

 



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