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24 aprile 2024

Oderzo Motta

Meduna, stasera il falò del ''vecio e a vecia''

La tradizione di metà Quaresima è antichissima

| Angelo Giordano |

| Angelo Giordano |

Meduna, stasera il falò del ''vecio e a vecia''

MEDUNA DI LIVENZA - Stasera, giovedì, a Meduna va in scena una tradizione la cui nascita si perde nella notte dei tempi. E’ in programma, proprio a metà dell'Epifania, infatti il rogo al "Vecio e alla vecia". Si tratta di un antico rituale che per qualche motivo si celebra a Meduna e non in tanti altri centri limitrofe, anzi. Stasera i due pupazzi che saranno bruciati nel falò rappresenteranno Henry e Meghan, la coppia di ex reali che si è di recente trasferita negli Stati Uniti. Si tratta di una particolarità medunese, oltre che della zona di Treviso e Mogliano e altri centri della destra Piave. In mattinata sarà previsto un piccolo corteo che visiterà le scuole, poi alle 19:00 girerà per il paese e alla fine vi sarà il falò al parco comunale. Al termine pastasciutta per tutti offerta dall'Avis nel piazzale del Municipio.

Spiega lo storico locale Mauro Fasan: «Non vi è una data certa e neppure si può circoscrivere un periodo preciso nel quale collocare la nascita di questi rituali. Di certo sono di origine pre-cristiana, legati ai cicli naturali della luna, del sole, delle stagioni. In area veneto-friulana sono rimasti vivi due roghi: i falò epifanici, i cosiddetti panevin, e quelli del tempo quaresimale, a metà periodo». E ancora: «Il fuoco è l'unico elemento che accomuna questi eventi perché il fantoccio, o i fantocci, sono presenti in maniera diversa per numero e forma, a seconda del costume locale. Questo falò, come quello del cinque gennaio, è collegato all'idea di rinascita. Nel caso del Pan e Vin c'è l'addio ai mesi cupi, ai giorni corti nei quali prevale il buio. In questo caso invece si "brucia" la brutta stagione, fredda è improduttiva, augurando prosperità per quella che sta nascendo. Ed è previsto un piccolo corteo».

Il fatto che le date siano collegate a festività religiose è dovuto al fatto che il cristianesimo ha, in qualche modo, omologato il pensiero dei vari popoli convertiti non prima di averne assorbito le tradizioni. «Col passare del tempo le ricorrenze vennero associate alle più vicine date importanti del nuovo credo. In questa serata, che bussa alle porte della Primavera, oltre al fuoco vi è la presenza dei "vecchi", ossia coloro che rappresentano il passato, non a caso bruciati. In altri luoghi, come a Treviso, viene aggiunto anche il processo alla ‘‘vecia’’, solitamente sola, incolpandola di quanto è stato negativo il periodo precedente, tagliando i ponti col passato. Alla festa partecipano i bambini, soliti seguire in corteo la coppia di malcapitati, picchiando secchi di metallo vuoti, bastonando bidoni, battendo su qualsiasi cosa possa creare rumore. Forse è un gesto sovrapposto alla festa, aggiunto in tempi più recenti. Il "fare baccano" molte volte è associato alla volontà di scacciare qualcosa, in particolare al desiderio di allontanare ciò che turba disturba». Appuntamento a stasera alle 19.00 in piazza Umberto I.

 


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Angelo Giordano

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