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23 aprile 2024

Castelfranco

"Messi a dura prova dai virus della solitudine, della paura e del sospetto"

Parla il parroco di Castello di Godego, don Gerardo Giacometti, che aveva sposato Egidio e Adriana e battezzato il piccolo Massimiliano ucciso dal padre perché creduto autistico.

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Don Gerardo Giacometti è il parroco di Castello di Godego

CASTELLO DI GODEGO - Adriana ed Egidio li ha sposati. Massimiliano, battezzato. Don Gerardo Giacometti è il parroco di Castello di Godego. Una comunità attonita, un dolore sopraggiunto come un fulmine e che sarà rielaborato chissà quando, chissà come.

Don Gerardo, come sta vivendo la comunità questa dolorosa vicenda familiare?

Godego ha ancora le dimensioni del paese, ci si conosce, ci si sta accanto. La vicenda ha colpito l'intera comunità che, nello sconcerto, sente l'esigenza di esprimere vicinanza, di riflettere, di pregare. Il rosario recitato nel campetto del quartiere, è stato promosso dagli stessi abitanti della zona per pregare ma anche stare accanto ad una famiglia ferita e sentire la forza delle relazioni.

Lei ha sposato la coppia, che conosceva. Segnali di fatica non erano mai giunti?

No. Quando li ho sposati e quando ho battezzato Massimiliano non c'erano segnali preoccupanti. Egidio era molto preso dal lavoro che lo portava all'estero. Per questo avevamo confezionato un corso di preparazione al matrimonio che tenesse conto dei suoi tempi. Ma erano un bella coppia. Lui molto dinamico, deciso, premuroso. Lei ben inserita nel nostro contesto, buona, delicata, desiderosa di farsi una famiglia. Dopo il matrimonio e il battesimo però i rapporti si solo allentati, complice un incidente in moto che ha bloccato Egidio per parecchi mesi e poi la pandemia.

Adriana, la moglie e mamma, ha dichiarato che non nutriva sospetti. È più difficile oggi, in generale, il dialogo e il confronto di coppia?

Egidio aveva fatto una scelta importante: quella di ridurre il lavoro e di essere maggiormente a casa. E' già un dato importante perché oggi il lavoro ti rapisce. Però non basta essere a casa. Bisogna curare la qualità della relazione, ciò che va messo a tema. E questo non sempre avviene, perché talora non si individuano le questioni problematiche o non si è disposti ad affrontarle.

Che messaggio di sente di poter dare alle giovani coppie sposate o prossime al matrimonio?

C'è bisogno di triangolare l'esperienza di coppia, con altre coppie, ancora di più con un gruppo coppie, che un po' costringa ad uscire allo scopreto. Altrimenti di certe cose non parlerai mai.

La pandemia, con il carico di incertezza e di senso di precarietà che riversa, può indurre secondo lei a gesti anche incolsulti. Ieri, dopo il caso di Godego, c’è stato quello della mamma che si è gettata con il bimbo da un ponte con l’auto.

Questo tempo ci sta mettendo a dura prova. C'è il covid e ci sono molti altri virus in circolazione: quello della solitudine, quello della paura, quello del sospetto. Ne sono colpite tutte le età, giovani, adulti, anziani, in un contagio di cui ancora non ci rendiamo conto. Sarà solo quando il virus allenterà la sua presa che ne vedremo le conseguenze drammatiche.

Un virus che ci sta cambiando in profondità...

Credo che ci siano anche altri virus, che non dipendono dalla pandemia e che neanche questo tempo di precarietà riesce a debellare: le fatiche di Egidio rispetto a suo figlio denunciano l'incapacità di fare i conti con il limite, con la realtà diversa dalle aspettative, con una possibilie disabilità che ingigantisce i problemi e misconosce le risorse.

Il parroco, don Gerardo, chiamato a dare conforto, come sta? Come sta vivendo questo evento luttuoso?     

Grazie per questa domanda. Perchè anche un prete avverte la fatica e non è esente da incertezze, paure, illusioni e delusioni. Vivo questo momento con il rammarico di non essermi accorto di quello che stava capitando e con l'incapacità di far fronte a parecchie altre situazioni di difficoltà che conosco. Mi sostiene la vicinanza della gente, la disponibilità di operatori pastorali che non si rassegnano. E poi la persuasione che il Signore sia pur sempre presente, nella vita degli uomini e nella vita del parroco.

 


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Roberto Grigoletto

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