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19 aprile 2024

Montebelluna

MINORI IN DIFFICOLTÀ: NUOVE COMUNITÀ EDUCATIVE

Si tratta di due centri diurni, a Posmon e a Giavera del Montello

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Montebelluna – Garantire al minore il diritto di crescere e di essere educato all’interno della propria famiglia senza venirne allontanato: questo lo scopo fondamentale delle nuove comunità educative per adolescenti. Al minore verrà offerta la possibilità di vivere in piccoli gruppi e in ambienti simili a quelli domestici. La famiglia non viene sostituita, ma stimolata a partecipare al percorso di crescita del figlio.

In altre parole, i genitori vengono chiamati a una corresponsabilità e all’assunzione di una progettualità condivisa. Le due nuove comunità saranno una a Giavera del Montello ed una a Montebelluna (località Posmon). L’iniziativa è frutto di una convenzione tra i Comuni di Giavera, Caerano, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Trevignano e Volpago del Montello “per la realizzazione e la gestione in forma associata di due Comunità Educative Diurne per Minori /Adolescenti per il periodo 2008/2012”.

I due centri avranno dieci posti ciascuno. Già nel 2005 i comuni citati avevano attivato un centro diurno per minori, affidando al Comune di Giavera del Montello il ruolo di ente capofila. Nel 2007, però, la Regione Veneto ha introdotto nuove normative in materia, individuando specifici standard per la tipologia di struttura di questo tipo, nello specifico nominando i centri diurni per minori come “Comunità Educative Diurne per Minori /Adolescenti” e specificando altri parametri. La nuova convenzione quindi intende proseguire il progetto e prevedere l’adeguamento alla normativa regionale, in particolare per quanto riguarda il numero di ragazzi che possono essere presenti in ogni sede.

Gli obiettivi individuati sono perseguibili attraverso le seguenti azioni: l’individuazione di un punto di riferimento educativo ed aggregativo che permetta al minore di sostenere e sviluppare relazioni significative con i coetanei ed il territorio; la predisposizione di progetti educativi personalizzati; sviluppare l’autonomia del minore, la sua creatività e le potenzialità; favorire la creazione di relazioni positive con il gruppo di pari e con il gruppo degli altri minori presenti nella Comunità Educativa Diurna; consolidare il rapporto fra minore e famiglia d’origine, per favorire lo scambio comunicativo all’interno del nucleo familiare e la risoluzione positiva dei conflitti; promuovere l’incontro tra genitori e figli all’interno del quale individuare e nominare nodi problematici, offrendo il punto di vista degli educatori, al fine di promuovere un confronto ed una messa in discussione di modelli poco efficaci; accompagnare il minore nel suo percorso scolastico al fine di sostenerlo nell’apprendimento, nelle relazioni che instaura e nella risoluzione delle varie richieste che il contesto scolastico gli pone; qualsiasi altra azione che il gruppo di lavoro che valuta l’inserimento del minore ritenga opportuna ed in linea con gli obiettivi generali del progetto.

Ecco chi potrebbe essere coinvolto: minori appartenenti a famiglie fragili che necessitano di un ambiente strutturato alternativo alla famiglia, per alcune ore al giorno, con possibilità di interventi sul piano educativo e relazionale; minori inseriti in comunità residenziali con un provvedimento di affido al servizio sociale del Tribunale per i Minorenni, per i quali esistono le condizioni per un rientro in famiglia e nel territorio di appartenenza; minori inseriti in un contesto familiare trascurante e poco incline a cogliere ed assecondare i loro bisogni; minori inseriti in famiglie monoparentali e prive di una rete sociale di supporto, che necessitano di un ambiente pomeridiano accogliente e contenitivo al tempo stesso, dove trovare figure di riferimento significative; minori appartenenti ad un contesto familiare caratterizzato da una forte conflittualità di coppia; minori a rischio di devianza perché inseriti in contesti di micro e macro criminalità.

 



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