MOHAMMED FIKRI FUORI DAL CARCERE: CHIEDERÀ I DANNI
Mancava un adeguato grado indiziario
MONTEBELLUNA - E' uscito dal carcere Mohammed Fikri, il marocchino di Montebelluna fermato nei giorni scorsi per la vicenda della scomparsa di Yara Gambirasio.
Sembra che i legali del marocchino siano intenzionati a chiedere i danni per ingiusta detenzione.
"E' stato lui a chiedere di uscire a bordo di un furgone perché non voleva incontrare giornalisti e fotografi": lo ha detto il direttore del carcere di Bergamo, Antonino Porcino, spiegando che Mohammed Fikri è uscito dall'istituto penitenziario verso le 13.40. Il direttore ha poi aggiunto di non sapere assolutamente dove il ragazzo marocchino ha voluto essere portato.
Nel corso dell'udienza di convalida davanti al gip, il marocchino Mohammed Fikri, indagato in relazione alla scomparsa di Yara Gambirasio, ha dichiarato che il suo viaggio in Marocco "era programmato da tempo, anche se aveva potuto acquistare materialmente il biglietto solo il lunedì 29 novembre". E' quanto si legge nell'ordinanza "di convalida del fermo e liberazione" dello stesso Fikri firmata dal giudice per le indagini preliminari, Vincenza Maccora.
Il marocchino ha quindi dichiarato che si sarebbe fermato nel suo paese "per quasi due mesi, in quanto nel periodo invernale il suo lavoro subisce una battuta di arresto a causa delle condizioni meteorologiche non favorevoli". Nel provvedimento si sottolinea inoltre che sia il suo datore di lavoro che la sua fidanzata sapevano che sarebbe dovuto partire, insieme a suo cugino, il 4 dicembre, mentre i suoi familiari non sapevano della data del suo arrivo in Marocco "perché l'indagato voleva fare loro una sorpresa".
Nel corso dell'udienza di convalida del fermo del marocchino Mohammed Fikri, indagato in relazione alla scomparsa di Yara Gambirasio, il pubblico ministero, "modificando la precedente richiesta di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere", ha chiesto al gip "la mera convalida del provvedimento di fermo e la scarcerazione dell'indagato avendo riscontrato l'assenza sopravvenuta di un adeguato grado indiziario". E' quanto si legge nell'ordinanza del gip del tribunale di Bergamo, Vincenza Maccora. Tutto ciò "in considerazione delle ulteriori indagini espletate tra la richiesta di convalida del fermo e applicazione della misura cautelare personale (provvedimento pervenuto il 6 dicembre 2010) e l'udienza di convalida tenutasi alle ore 14 del 6 dicembre 2010".
La novità principale riguarda soprattutto la nuova traduzione della frase dalla quale si era desunto un coinvolgimento di Fikri nella scomparsa di Yara, oltre alle precisazioni fornite dall'indagato su altri aspetti.
Sono stati sette - secondo quanto appreso dall'ANSA - i consulenti che, in momenti diversi, hanno tradotto la frase di Mohammed Fikri, indagato in relazione alla vicenda della scomparsa di Yara Gambirasio, dalla quale in un primo momento si è ritenuto che lo straniero fosse coinvolto nei fatti. In particolare, tre sarebbero stati d'accordo nel dire che la frase era del tipo "perdonami Dio non l'ho uccisa io... Ascoltami Dio, Ascoltami...", e sulla base di questo è stato deciso il fermo. Altri quattro, come si legge nell'ordinanza di convalida dello stesso fermo e della conseguente liberazione dell'indagato, hanno invece confermato che nella frase non c'era alcun riferimento alla vicenda.
"Tutti hanno dato addosso al marocchino fuorché io, perché bisogna essere prudenti in queste vicende". Lo ha sottolineato il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, commentando gli sviluppi delle indagini sulle presunte responsabilità dell'operaio marocchino Mohammed Fikri, a margine della riunione della giunta regionale. "Ho il cuore sereno - ha aggiunto - in queste situazioni è obbligatorio usare i se e lasciar lavorare i magistrati".
Lo scenario della vicenda di Yara Gambirasio, in ogni caso, "é sempre più inquietante". "Il dato di fatto è che è sparita una ragazzina, e mi auguro per lei e per i suoi genitori che sia ancora viva - ha ricordato Zaia -. Non sappiamo che fine abbia fatto". Quanto a Fikri, ha aggiunto, "sarà la magistratura a decidere il da farsi". "Per quanto riguarda chi delinque - ha ricordato ancora - i delinquenti non hanno colore né nazionalità: quando uno è un mostro, è un mostro punto e basta".