VENEZIA - "La delibera della vergogna è un insulto ai dirigenti onesti e uno schiaffo ai veneti". Così Alessandra Moretti (in Foto), candidata del centrosinistra alla presidenza del Veneto, critica il provvedimento con il quale il 29 dicembre 2014 la giunta Zaia ha trasferito ad altri incarichi, rispettivamente alla sezione lavori pubblici e alla sezione analisi e monitoraggio dell'anticorruzione, due funzionari regionali, Fabio Fior e Lucio Fadelli, indagati per peculato e malversazione (il primo) e turbativa d'asta (il secondo).

"Mentre tenta di distrarre l'opinione pubblica con surreali referendum su Toscani e sulle scuse ai veneti - afferma Moretti - Zaia consolida il proprio apparato di potere nelle segrete stanze di palazzo Balbi". L'esponente Dem sottolinea inoltre il fatto che la "delibera della vergogna, la numero 2646, non è disponibile online sul sito della Regione, mentre sono reperibili quelle immediatamente precedenti e quelle successive. "Non è casuale - conclude - Zaia non fa certo rima con trasparenza. Non vuole che i cittadini sappiano come lui tratta i dirigenti regionali accusati di questi reati".

Sulla posizione dei due funzionari, la giunta regionale si era già espressa ricordando che la responsabilità della sezione anticorruzione e trasparenza è in capo ad un altro funzionario, e non a Fadelli, destinato allo specifico settore 'analisi e sistemi di monitoraggio', e che Fior è attualmente sospeso dal servizio per sei mesi, per decisione della stessa giunta dopo la misura cautelare della quale era stato oggetto.