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15 ottobre 2024

Nord-Est

La morte di Giacomo, convalidato l'arresto dell'assassino 

Vittima rapina: 'è colpa mia, se non avessi urlato sarebbe vivo' 

| Ansa |

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La morte di Giacomo, convalidato l'arresto dell'assassino 

VENEZIA - Il gip di Venezia oggi ha convalidato le accuse di omicidio volontario aggravato, tentato omicidio e duplice rapina nei confronti del moldavo 37enne, difeso dall'avvocato Tiziana Nordio, che tre giorni fa a Mestre ha ucciso a coltellate Giacomo Gobbato, 26 anni di Jesolo, che, con un amico rimasto ferito in modo meno grave, aveva coraggiosamente tentato di opporsi alla violenza dell'uomo. Ma questo non basta a cancellare il rimorso di Carmen, che continua a ripetere: "la colpa è mia. Dovevo stare zitta e non chiedere aiuto". E' stata lei infatti ad essere stata aggredita alle 22 di sera in pieno centro solo per sottrarle una borsa. Non riesce a farsi una ragione di un omicidio tanto insensato. "Quello mi ha preso a pugni, mi ha rubato lo zaino...Ma chi se ne frega - si sfoga -. Se non avessi urlato non sarebbe accorso nessuno e quel ragazzo oggi sarebbe ancora vivo".

Giacomo invece, uno degli animatori del Centro Sociale Rivolta di Marghera, non si è voltato dall'altra parte e con l'amico Sebastiano ha cercato di fermare l'aggessore. La peggio l'ha avuta lui, colpito con vari fendenti all'addome e morto poco dopo il ricovero, mentre Sebastiano ha subito ferite più lievi. Se l'assassino è stato bloccato lo si deve anche ad alcuni testimoni e al pronto arrivo della Polizia.

Perchè l'assassino, andato a vuoto il primo colpo, ne stava tentando un secondo ai danni di una turista giapponese in una strada parallela. Carmen e Loris non vedono l'ora di ringraziare i genitori di Giacomo e tutti i ragazzi del Centro sociale Rivolta che al commissariato, pur nel dolore della perdita dell'amico, hanno cercato di confortare la donna in tutti i modi. Stasera nel luogo dell'omicidio, i parrocchiani della Chiesa del Sacro Cuore, che si trova a pochi passi dal luogo del delitto, si ritroveranno per un momento di preghiera e di raccoglimento in memoria della vittima. Il cittadino mondavo ha preteso in udienza un traduttore perchè non conosce una parola di italiano. Frequenterebbe, a quanto pare, il giro di tossicodipendenti e sbandati che circolano per le strade soprattutto di notte. (Rosanna Codino, Ansa)

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