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28 marzo 2024

Montebelluna

Morto in cantiere a 23 anni: “Verità e giustizia per la morte di mio figlio Mattia”

La mamma di Mattia Battistetti: "Da 20 mesi chiediamo giustizia". Giovedì al tribunale di Treviso l’udienza preliminare del processo penale sulla morte del 23enne

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Famiglia di Mattia Battistetti con Cgil e Unione Popolari

MONTEBELLUNA - “Verità e giustizia per la morte di mio figlio Mattia”. Questo chiede Monica Michielin, madre di Mattia Battistetti, insieme al padre Giuseppe e alla sorella Anna, per fare luce sull’incidente sul lavoro avvenuto il 29 aprile 2021, in un cantiere edile a Montebelluna, dove Mattia ha perso la vita a 23 anni. A due giorni dall’udienza preliminare del processo penale che si svolgerà giovedì, 26 gennaio, al tribunale di Treviso, la famiglia del giovane vuole avere risposte alle tante domande che ancora non sono state chiarite.

“Oramai da 20 mesi chiediamo giustizia - dichiara mamma Monica -. Voglio sapere perché mio figlio è morto in quel cantiere: perché una gru ha scaricato 15 quintali di impalcature sulla schiena di mio figlio? Perché il braccio della gru si muoveva sopra la testa degli operai?” - sono le domande che i familiari si pongono dal giorno della tragedia - Domande che, da mamma, ho nel cuore e a cui spero venga data finalmente risposta, per far emergere la verità e pene severe per i colpevoli”. “A noi - aggiungono i familiari - non interessa il risarcimento, vogliamo la verità e chi ha ucciso nostro figlio paghi. Andiamo avanti non solo per Mattia, ma per tutte le famiglie colpite da una disgrazia del genere, perché nel 2023 non si può morire sul posto di lavoro”.

Proprio per chiedere chiarezza e giustizia, giovedì, davanti al tribunale, si svolgerà un sit-in organizzato dall’associazione in Memoria di Mattia Battistetti e da Rete 6 dicembre, a cui prenderanno parte anche la Cgil di Treviso, Unione Popolare Veneto e l’ex magistrato Luigi De Magistris. Il sindacato Cgil Treviso si costituirà parte civile al processo: "Le regole e leggi sulla sicurezza sul lavoro ci sono, ma mancano i controlli - sottolinea Nicola Atalmi della Cgil Treviso - Noi preferiamo la prevenzione ma se non c'è e non vengono aumentate le persoen incaricate a fare i controlli, l’unica alternativa è che ci siano pene severe per i responsabili. È una battaglia che riguarda tutti".

 


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Isabella Loschi

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