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25 aprile 2024

Treviso

E' morto Luigi Agostini, ex segretario provinciale della Fiom di Treviso e Cgil Veneto

"Ha formato una generazione di giovani sindacalisti veneti"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Luigi Agostini

TREVISO - Cgil di Treviso in lutto per la scomparsa improvvisa di Luigi Agostini, morto ieri a Roma, durante una riunione di Articolo 1, associazione cui si era avvicinato negli ultimi tempi. Aveva 82 anni.
Originario della provincia di Pesaro Urbino è stato segretario provinciale della Fiom di Treviso negli anni Settanta, poi segretario generale della Cgil del Veneto e aveva anche ricoperto anche l'incarico di segretario nazionale confederale, con responsabilità dell'organizzazione.

“Non ha mai allentato il suo legame, politico e sentimentale, con il Veneto Luigi Agostini, che i compagni e gli amici chiamavano Gigi. Non c’è stato libro che abbia scritto o cui abbia collaborato che non sia stato presentato nella sede regionale della Cgil o in una delle nostre camere del lavoro”, lo ricorda Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto.

“Con l’arrivo della pandemia, si affacciava dalle nostre parti virtualmente, nelle tante iniziative cui partecipava, instancabile. E la distanza fisica non attenuava di un grammo la passione con cui interveniva e si confrontava con i suoi interlocutori”.

“E’ arrivato alla Fiom di Treviso nei primi anni ’70, da Pesaro, dove era cominciato il suo percorso nella nostra organizzazione. Dopo aver svolto il ruolo di segretario generale nei metalmeccanici della Marca, ha ricoperto il medesimo incarico nella Fiom regionale. Nel 1980 viene chiamato a Roma, dalla stessa categoria, come membro della segreteria nazionale. Torna in Veneto nel 1984 e viene eletto segretario generale della Cgil regionale. Vi trascorre quattro anni densi e intensissimi per poi arrivare al culmine della sua carriera, diventando segretario organizzativo della Cgil nazionale. Molti altri gli incarichi ricoperti negli anni successivi".

"Ha formato una generazione di giovani sindacalisti veneti, e per le volte in cui ho avuto la fortuna di frequentarlo ha fatto lo stesso anche con me. Era un intellettuale, Gigi. E con questo approccio, unito all’empatia con le persone per cui si batteva, con la sua gente, aveva compreso le peculiarità di un territorio in cui non era nato ma che sapeva leggere più di molti autoctoni. Studioso senza tregua e divulgatore altrettanto costante. Ciao Gigi, le tue compagne e i tuoi compagni non ti dimenticheranno e i tuoi insegnamenti non andranno perduti”.

 


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Isabella Loschi

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