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11 ottobre 2024

Nord-Est

Morto operaio seggiovia, Cisl: ''Errore di comunicazione''

''Ci domandiamo quale sia il valore della vita umana di un padre di famiglia di 57 anni che non farà più rientro a casa''

| Ansa |

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Morto operaio seggiovia, Cisl: ''Errore di comunicazione''

BELLUNO - La vittima dell'incidente mortale durante i lavori della seggiovia che porta al Rifugio Padon, sui rilievi dolomitici sopra Rocca Pietore (Belluno), si chiamava Massimo Crepaz, abitava a Livinallongo del Col di Lana (Belluno) ed era dipendente della società Funivie Arabba.

"Se sarà appurato che alla base della morte vi è stato un errore di comunicazione - ha detto il segretario generale della Cisl di Belluno Treviso, Massimiliano Paglini - ci domandiamo quale sia il valore della vita umana di un padre di famiglia di 57 anni che non farà più rientro a casa. Nell'era della comunicazione globale - conclude - non è accettabile che si possa morire per carenza di comunicazione tra soggetti che operano nello stesso cantiere".

"Un altro lutto di una scia di sangue ancora tragicamente troppo lunga: secondo i dati Inail aggiornati al 30 giugno sono 43 le denunce di infortunio mortale dall'inizio dell'anno nella nostra regione". Così il gruppo consiliare regionale veneto del Pd che, in una nota, esprime "le più sentite condoglianze e la più stretta vicinanza alla famiglia del lavoratore deceduto nel bellunese mentre era impegnato alla manutenzione della funivia che porta al rifugio Padon". "Si tratta - prosegue - di un tema su cui la politica si applica ad intermittenza soprattutto quando si verificano gli infortuni più gravi ma che invece ha bisogno di una attenzione costante e incessante rivolta a garantire la piena applicazione di tutti gli ormai numerosi protocolli che sono stati stipulati. Per questo motivo torniamo a chiedere l'attivazione di una commissione consiliare speciale che approfondisca tutti i temi della sicurezza di cui si sa tutto ma sulla quale non si riesce ad incidere come si dovrebbe".

Per il Pd c'è "il tema della prevenzione e della formazione, che vanno assicurate nelle imprese di ogni dimensione. C'è il tema dei controlli che vanno sviluppati in modo capillare sull'intero territorio integrando adeguatamente gli organici Spisal. Dobbiamo respingere l'idea che gli infortuni sul lavoro siano una sorta effetto collaterale dello sviluppo. Non vogliamo un modello di sviluppo che continui ad inghiottire vite umane. La sostenibilità, di cui il Paese e il Veneto si sono presi l'impegno di assicurare da dopo la pandemia mondiale - conclude -, parte anche da qui: la sicurezza sui luoghi di lavoro".

 

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