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28 marzo 2024

Cultura

In mostra alla Querini Stampalia la più grande veduta di Venezia

L'opera, realizzata nell'Ottocento da Giovanni Biasin, è il punto focale della mostra “Venezia panoramica. La scoperta dell’orizzonte infinito".

| Leonardo Sernagiotto |

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| Leonardo Sernagiotto |

VENEZIA - Una vista immersiva nella Venezia dell’Ottocento, una realtà virtuale ante-litteram realizzata solo con colori a tempera stesi su un foglio di carta incredibilmente lungo, oltre ventidue metri di lunghezza per un metro e sessanta di altezza. Stiamo parlando di “Panorama di Venezia”, la più grande veduta del capoluogo lagunare mai realizzata, dipinta nel 1887 dal pittore veneziano Giovanni Biasin per la sesta edizione della Esposizione Nazionale Artistica.

In occasione delle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia, l’opera, normalmente conservata a Rovigo, è ora esposta alla Fondazione Querini Stampalia, che l’ha distesa in modo di "avvolgere" i visitatori, per enfatizzare l’effetto scenografico. Biasin ha infatti rappresentato lo skyline veneziano a 360 gradi, ponendo l’osservatore approssimativamente al centro del bacino di San Marco e animando la laguna e le rive con un variopinto carosello di gondole, battelli a vapore, pennacchi di fumo e veneziani a passeggio.

È attorno a quest’opera che si sviluppa la mostra “Venezia panoramica. La scoperta dell’orizzonte infinito” a cura di Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin, promossa da Querini Stampalia, Accademia dei Concordi e Fondazione Cariparo, visitabile fino al 12 settembre 2021. La mostra sarà successivamente accolta in autunno presso il Museo di Architettura “Schusev” di Mosca.

Oltre la veduta di Biasin, la Querini Stampalia propone anche la mostra “Un’evidenza fantascientifica Luigi Ghirri, Andrea Zanzotto, Giuseppe Caccavale”, curata da Chiara Bertola e Andrea Cortellessa, promossa dalla Fondazione insieme alla Città di Pieve di Soligo in collaborazione con la famiglia Zanzotto in occasione del centenario della nascita di Andrea Zanzotto, scomparso 10 anni fa.

Visitabile fino al 17 ottobre, l’esposizione mette a confronto fotografia, pittura e poesia, aprendo una nuova occasione di valorizzazione tra i linguaggi dell’arte. Al centro della sala sono composte le fotografie di Luigi Ghirri insieme ad alcuni autografi e ceramiche di Andrea Zanzotto e alcuni disegni di Giuseppe Caccavale che, per l’occasione, ha creato una grandiosa installazione a parete nel Portego antico della Biblioteca: il “Murale di carta”, un immenso acquerello che riveste le pareti della grande sala.

 


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Leonardo Sernagiotto

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