Motta, l'azienda festeggia 50 anni, ma manca manodopera: "Difficile trovare operai"
Lo segnala l'imprenditore Marco Valeri, titolare dell'Affilatura Mottense: "Il lavoro ci sarebbe, ma non troviamo chi vuole crescere imparando il mestiere"
| Angelo Giordano |
MOTTA DI LIVENZA – Qualche sera fa Villa Giustiniani Tonon a Busco di Ponte di Piave ha ospitato la celebrazione dei 50 anni dell’Affilatura Mottense, azienda nata nel 1974 grazie all’iniziativa di Primo Valeri e della moglie Marinella. Situata in via Lombardia, nel cuore della zona industriale sud di Motta, l'azienda è specializzata in affilature di ogni genere e rappresenta una delle realtà più longeve della città.
La festa ha visto la partecipazione di quasi 150 clienti e fornitori, e come speaker della serata c’era Arnaldo Pitton, sindaco di Meduna e amico della famiglia Valeri. Pitton ha consegnato un attestato di riconoscimento alla famiglia, simbolo dell’operosità del Nord Est.
“Offriamo contratti a tempo indeterminato e i weekend liberi, ma sembra che nessuno sia interessato a lavorare in fabbrica
”
Marco Valeri, figlio dei fondatori, ha offerto una riflessione amara sullo stato attuale del settore. «Nonostante la difficile congiuntura economica, il lavoro non manca», spiega Valeri. «Ma oggi, più che in passato, ci troviamo in difficoltà a reperire manodopera qualificata. Ogni giorno è una nuova sfida».
Il problema, spiega Valeri, è legato alla mancanza di interesse da parte dei giovani. «Offriamo contratti a tempo indeterminato e i weekend liberi, ma sembra che nessuno sia interessato a lavorare in fabbrica. Solo pochi anni fa i ragazzi delle scuole facevano la fila per venire a fare stage da noi, ora è il deserto».
Valeri sottolinea inoltre come la guerra in Ucraina abbia avuto ripercussioni anche sul loro settore. «Collaboriamo con mobilifici veneti, molti dei quali esportavano in Russia. Da quando è iniziato il conflitto, abbiamo sentito un calo notevole». Tuttavia, il lavoro c'è. «Il vero problema non è la mancanza di ordini, ma la carenza di personale qualificato, in particolare periti meccanici. Abbiamo contattato più volte gli istituti scolastici locali, ma senza successo».
“Preferiscono le sovvenzioni di disoccupazione a un contratto stabile
”
Negli ultimi tempi, l'azienda ha provato ad assumere cinque operai specializzati. «Preferiscono le sovvenzioni di disoccupazione a un contratto stabile, nonostante il lavoro qui sia ben organizzato, senza turni e con il weekend libero. Ma questo, a quanto pare, non è abbastanza».
Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis
Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo