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19 aprile 2024

Esteri

Myanmar, proteste contro il golpe: bilancio sale a oltre 180 morti

Sempre più imponenti le manifestazioni per chiedere il ripristino del governo di Aung San Suu Kyi

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MYANMAR - Il bilancio delle vittime delle proteste contro il golpe militare del mese scorso continua ad aumentare in Myanmar, con alcune fonti che parlano di 183 morti. I manifestanti stanno cercando di barricarsi all'interno dei loro quartieri nel tentativo di sfuggire alla repressione delle forze di sicurezza.

 

"Non c'è altra maniera. Dobbiamo continuare a combattere. Vinceremo presto. Hanno ucciso i civili perché non hanno altro modo per mantenere il potere", ha dichiarato Wai Phyo Min, un manifestante della città di Monywa, teatro di proteste quotidiane represse nel sangue. "Cerchiamo di isolare il nostro quartiere costruendo barricate sulle strade. Se non ci difenderemo, verranno nelle nostre strade e uccideranno la nostra gente", ha aggiunto il 33enne Kyaw Kyaw della cittadina di Thaketa.

 

Sono sempre più imponenti le manifestazioni che dal primo febbraio si svolgono in Myanmar per chiedere il ripristino del governo di Aung San Suu Kyi, con l'esercito che diventa sempre più violento nei suoi tentativi di controllare le proteste. Solo lunedì ci sono stati almeno 20 morti secondo il portale di notizie 'Myanmar Now', mentre l'Associazione di assistenza per i prigionieri politici (Aapp) conferma un bilancio di 183 vittime al 15 marzo.

 

L'esercito del Myanmar ha anche arrestato un funzionario di Open Society Myanmar, una fondazione legata al filantropo miliardario George Soros e ha detto che le truppe stanno cercando altri 11 dipendenti sospettati di aver dato fondi agli oppositori del colpo di stato.

 

Il World Food Programme, intanto, ha lanciato l'allarme sul drastico aumento dei prezzi di cibo e benzina dopo il golpe, avvertendo che potrebbe aggravare la situazione delle fasce deboli della popolazione.

 



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