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18 aprile 2024

Oderzo Motta

"Nei supermercati più cibo per cani e gatti che per bambini": la provocazione di don Mauro

Il parroco di Cessalto: «Una tendenza di cui a volte non siamo consapevoli»

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

supermercato

CESSALTO - «Cibo per gli animali domestici in bella mostra, in fondo quello dei bambini: un sintomo della società in cui viviamo.Ne parlerò anche in chiesa».

Don Mauro Gazzelli (nel riquadro), parroco di Cessalto del tema ne sta discutendo in questi giorni con i fedeli in parrocchia.

«Nei nostri supermercati o ipermercati crescono a dismisura le corsie di alimenti per gatti e cani, ma si riduce lo spazio degli scaffali con i prodotti per neonati. Un segnale che dovrebbe far riflettere» dice il parroco.

«Negli anni ‘90 ricordo, in un supermercato, una mezza corsia dedicata al cibo per animali in un unico lato sul fondo dell’area commerciale, vicino all'acqua o vicino all’attrezzatura per il “fai da te”».

Facendo oggi la spesa in un market del comprensorio opitergino-mottense, don Gazzelli rileva: «In uno di questi ho notato due intere corsie, lunghissime, al centro. Addirittura in qualche caso ho visto due intere scaffalature. Prima ci sono le offerte e i prodotti per gatti e cani in quantità enorme. Poi, in fondo a queste corsie, gli alimenti per neonati e bambini».

È comunque lo specchio di come si evolve il mercato...
«Sì, ma il problema sta a monte. Anche questo fatto, seppur piccolo, conferma che le nascite crollano e non abbiamo futuro come Nazione. Stiamo morendo, non solo per il clima. Questi sono piccoli ma significativi segnali. Sia chiaro, non c’entra questo o quel supermercato, vorrei però segnalare la direzione che la società sta prendendo. E spesso non ne siamo consapevoli».

Da qui la riflessione: «Vengono ridotti gli spazi per il neonato e si aumenta quello del gatto o del cane. All’ipermercato sono spinto a scegliere prima le necessità dell'animale poi quelle dell’uomo. Perché questa disposizione così vicina? Scegliere uno o l’altro è la stessa cosa? Mi verrebbe da pensare questo».

Il parroco cessaltino allarga il concetto: «Un animale domestico di media vive 12 o 15 anni e poi lo sostituiamo con un altro. Un bambino invece continua a vivere anche dopo di noi. Da adulto continuerà ad amare con quell'amore che noi gli abbiamo trasmesso. Non dimentichiamolo».

Una posizione chiara, che però potrebbe far storcere il naso a qualcuno. «Non sono contro cani o gatti, ci mancherebbe. Come parroco sono però preoccupato degli stili di vita che cambiano. In questi giorni con alcuni genitori in parrocchia è emersa la considerazione che nelle abitazioni delle famiglie aumentano gli oggetti, ma diminuiscono gli affetti».
 

 



Gianandrea Rorato

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