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25 aprile 2024

Treviso

Nella Marca vivono e lavorano oltre 92mila cittadini stranieri: "Presenze necessarie"

Uno su 5 è under 18, nel comune di Mansuè sono il 18% della popolazione residente

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

alunni

TREVISO - Sono 92.110 i cittadini stranieri residenti in provincia di Treviso al 1° gennaio 2021, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente. I minori stranieri rappresentano il 14% del numero complessivo di minori in provincia, i nuovi nati sono stati lo scorso anni 1.238 e costituiscono oltre il 20% di tutti i nati della provincia. Si pensi che lo scorso anno nel piccolo comune di Portobuffolè sono nati 5 bambini, tutti di origini straniera.

I dati sono stano contenuti nel 18esimo Report sulla presenza e sulla distribuzione degli immigrati nella provincia di Treviso, dal titolo “Presenze necessarie”, realizzato da da Cisl Belluno Treviso, Anolf, Caritas Tarvisina, Migrantes Treviso, cooperative La Esse e Una Casa per l’Uomo, con l’apporto qualificato di Veneto Lavoro. “Il titolo del report sintetizza la percezione di questi ultimi tempi - spiega il gruppo di ricerca che ha presentato la rcerca-: una presenza stabile di migranti nel territorio nazionale, veneto, trevigiano che si conferma non solo significativa, ma necessaria, per l’apporto demografico, per il lavoro, ma anche per un complesso di contributi di tipo culturale e umano che concorrono a rendere più vitale il territorio”.

Nel corso del 2020 il saldo naturale ha visto ancor più prevalere le morti sulle nascite, anche per effetto della pandemia che ha inciso soprattutto sulla popolazione più anziana, e quindi in particolare sul segmento italiano dei residenti, che registra 4.397 morti più dei nati, con un incremento negativo del 38,7% rispetto al 2019. Il saldo positivo dei cittadini stranieri, 1.094, in decrescita rispetto al 2019, non riesce a riequilibrare una simile tendenza. Il calo della popolazione complessiva nel corso del 2020 è stato pari a oltre 3.100 residenti in meno.

La popolazione straniera mediamente continua ad essere più giovane di quella italiana, con un segmento di minori pari al 21,8% rispetto al 15,9% dei soli italiani, e una presenza nella fascia convenzionalmente ritenuta in età lavorativa (15-64 anni) pari al 76,4% rispetto al 62,4% dei soli italiani.

Presenze necessarie anche a scuola dove la realtà di 17.335 alunni di cittadinanza non italiana, per il 72,4% nati in Italia anche se ancora giuridicamente stranieri, da sommare a coloro che nel frattempo hanno acquisito la cittadinanza italiana, rappresentano il 13,4% del totale alunni e garantiscono il funzionamento di un numero rilevante di classi e il posto di lavoro di numerosi insegnanti. Fondamentali anche in settori rilevanti del tessuto produttivo locale: il 40% di assunzioni in agricoltura è straniero, così come per il settore delle costruzioni (39%) l’industria (36%) e in particolar modo il lavoro domestico e di cura (il 73% dei lavoratori domestici sono stranieri). Oggi nella Marca sono presenti stranieri di 150 nazionalità: i primi si confermano i romeni (22% del totale), in grande crescita al comunità cinese al secondo posto (11% del totale), seguono gli stranieri di nazionalità marocchina e albanese. Oltre ai grandi comuni della Marca, come Treviso, Conegliano, Castelfranco e Montebelluna, è Mansuè il comune che ha registra più stranieri in rapporto al totale dei residenti (18%), seguono San Polo (16%) e Cornuda( 15%). Mentre in fondo alla classifica troviamo Monfumo, Cappella Maggiore e San Pietro di Feletto dove gli stranieri presenti sono meno del 5%.

“Per l'emergenza che stiamo vivendo, a livello demografico, di invecchiamento della popolazione e di carenza di manodopera la presenza dei migranti è necessaria - sottolinea Teresa Merotto della segreteria Cisl Belluno Treviso - Crediamo che l’emergenza vada affrontate non più con un'altra emergenza che è quella dei naufraghi o dei richiedenti asilo ma pensiamo che possa essere gestita in maniera strutturale attraverso la politica dei flussi ma anche facendo incontrare domanda ed offerta, con quote di accesso coerenti con le carenze del mercato del lavoro e con reali politiche di inclusione che permettano la stabilità e la partecipazione attiva alla realtà territoriale di arrivo. Questa è la via d’uscita per trovare una giusta soluzione ai problemi di una società che non basta più a se stessa”.

Il Report sarà presentato pubblicamente mercoledì 28 settembre alle 20.30 all’auditorium Stefanini in un evento inserito nelle iniziative del Festival dello Sviluppo sostenibile.

 


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Isabella Loschi

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