Indipendenza Veneta esaminata dalla Corte Costituzionale
Intervento di Alessio Morosin
TREVISO - “Prendo la parola in questo consesso e sento che tutto mi è contro tranne la vostra personale cortesia”.
L’avvocato Alessio Morosin (in foto sulla destra) avvia il suo intervento alla Corte Costituzionale, citando l’attacco del discorso di Alcide De Gasperi alla Conferenza di Pace di Parigi, datato 10 agosto 1946.
Rispetto ai cinque minuti concessi, Morosin ne ha strappati alla Corte più di una decina:
“Ho dovuto stravolgere il mio intervento, dopo aver scoperto nella mattinata che – malgrado ci avessero detto che non c’erano memorie – in realtà l’avvocatura di Stato ne aveva depositata una.
Ho dovuto abbandonare il mio schema di pensiero, dopo aver letto che l’avvocatura dello Stato, nella sua memoria, ha prospettato un rischio, quando la 'libertà di opinione ...diventa chiamata alle urne...' - ha proseguito Morosin rivolgendosi alla Corte - sento questo concetto troppo grave: se le urne adesso sono un rischio, vuol dire che il concetto di democrazia non è tutelato”.
Questa la conclusione: “I cinque minuti concessi sono diventati più di dieci e non mi hanno fermato. Anzi, ho colto parecchia attenzione.
In ogni caso è stato un intervento “compresso”, perché avevo molto da dire e poco tempo.
Mi sono espresso senza contestazioni forti, bensì argomentando il diritto di manifestare il mio pensiero".
Anche la relatrice ha parlato di “Indipendenza Veneta” di fronte ad una delegazione di studenti di Treviso al terzo e quarto anno di giurisprudenza, accompagnata dal loro docente.