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14 dicembre 2024

Treviso

IO (NON) BALLO DA SOLA

La trevigiana Cinzia, tanguera per vocazione

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Treviso - “ E’ il momento in cui si da e si riceve energia spirituale” Sembra svelare il volto più celato del tango argentino, il famoso romanzo dal titolo “ Undici minuti” di Paulo Coelho.

Ciò traspare dalle coinvolgenti parole con le quali Cinzia (nella foto), trevigiana, tanguera da tre anni e organizzatrice di eventi culturali, descrive una tra le sue più grandi passioni. Un amore, quello di Cinzia per quest’arte, che sorge da una grande passione per la musica e da un incantevole fascino per  la melodia e il ritmo.

“Introspettivo”, questo il primo aggettivo utilizzato dalla ballerina , “Aiuta a guardarsi dentro, a prendere coscienza, perchè in pista scattano delle dinamiche particolari tra i due interpreti, emerge un pezzetto di storia, di carattere di entrambi. E’ necessario saper ascoltare che cosa ti dice il ballerino: dialogare con i movimenti del corpo e trascendere quindi l’individualismo umano”.

Questa, considera Cinzia, la base del tango. Sono dinamiche figlie della magia.
Raggiungono musicalmente la profondità dell’animo umano. Decisione, fantasia, ritmo, stile, improvvisazione. Con queste caratteristiche Cinzia aggettiva l’anima maschile del tango.

“L’uomo conduce, sceglie la lettera adatta per scrivere il romanzo, inventa e applica. Ma la donna non può essere passiva. Lei ascolta, attende e in conseguenza causale risponde esprimendo ciò che è”.  Il tango è “ un pensiero triste che si balla”. Sei parole, una sola frase ma alle spalle secoli di storia.

Il tango nasce in un ambiente ottocentesco fatto di emigrazione. A Buenos Aires, tappa di immigrazione, confluenza di molti popoli e molte culture. "E’ un pensiero legato alla nostalgia di una terra lontana, ad un’amante perduta, a un amore sofferto. Un andare verso l’ignoto, verso una vita incerta”. Figlio dei bassifondi, il tango era un momento di socializzazione. Struggenti le sue note, trasgressiva la sua interpretazione.
Una dimensione magica del suono, figlio del bandoneon, uno strumento che come un’ombra accompagna il tango e  come un gobbo in un teatro suggerisce e perfeziona la sua vera interpretazione.

Tutto scorre, secondo Eraclito, e così anche il tango. Ma oggi che tango si balla? Conosciamo due scuole di pensiero: una conservatrice legata alle origini, devota al tango milonguero, con abbraccio chiuso. Un’ altra nuova, legata all’elettro tango, meglio interpretato con abbraccio più aperto. Differenti le due scuole per un discorso corporeo-posturale, incipit di una interpretazione didattica o più libera dell’arte. Non figlio del Sole come gli uomini, non figlio della Terra come le donne, ma figlio della Luna, con la sua natura di androgino.

Simone Santarelli

 



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