Lo Sprar di Vittorio Veneto? "Una presa in giro"
Chaibi: "Il Comune si è limitato a mettere a disposizione una struttura inutilizzabile"
Said Chaibi
VITTORIO VENETO - Che ne è stato dello Sprar? Vittorio Veneto, ad aprile 2017, aveva annunciato di aver aderito allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che si basa su un’accoglienza diffusa), insieme al Comune di Treviso. Una delibera di giunta recitava: “Per il comune di Vittorio Veneto, da un punto di vista gestionale e organizzativo complessivi, risulta più opportuno ed efficace aderire ad un progetto già in essere come quello del comune di Treviso” .
Ma cosa ha fatto, realmente, il Comune? E, a distanza di un anno, quali sono gli effetti dell’accorpamento di Vittorio Veneto allo Sprar trevigiano?
Rispondere alla seconda domanda è semplice: per la città non è cambiato nulla. La prima questione, invece, è più complicata. Il sindaco di Vittorio Veneto Roberto Tonon, interpellato sul tema qualche tempo fa, ha fatto sapere che il Comune aveva messo a disposizione un immobile di proprietà comunale sito in via Cal delle Prade ed inutilizzato. Una casa dove sarebbero potuto essere accolti alcuni richiedenti asilo inseriti nel sistema Sprar. Così non è stato. “Noi abbiamo messo a disposizione l’immobile – aveva chiarito Tonon – ma il Comune di Treviso non ne ha usufruito”.
Come mai l'immobile sia stato lasciato vuoto, l’abbiamo chiesto a Said Chaibi, candidato sindaco a Treviso di Coalizione Civica e promotore dello Sprar nel capoluogo. Per Chaibi il Comune di Vittorio Veneto si è limitato “a fare una firma. A mettere a disposizione un immobile fatiscente”. “Una mossa – spiega Chaibi – con la quale si è potuto agganciare al nostro Sprar pur non facendo nulla di concreto”. “Vittorio Veneto non faceva parte dello Sprar di Treviso e dei Comuni del circondario – ricorda Chaibi – perché, geograficamente, avrebbe potuto crearsene uno. Sarebbe stato utile, ad esempio, che partecipasse con un bando proprio insieme ad alcuni comuni del bellunese".
"Quando ci hanno chiesto di entrare nel nostro Sprar - precisa Chaibi - abbiamo detto che andava bene, ma – il punto era - in che modo?” Il Comune di Vittorio Veneto, per far parte della rete Sprar si è limitato a mettere a disposizione la casa di Val di Cal delle Prade. “L’immobile – riferisce Chaibi – è stato dichiarato inagibile dopo il sopralluogo: era fatiscente, la ristrutturazione costava troppo, e ci sarebbe voluto un sacco di tempo per rimettere la casa a posto, mentre noi avevamo bisogno della disponibilità immediata di alloggi”.
“Vittorio Veneto non ha capito l’importanza di un sistema Sprar – conclude Chaibi – La mossa che ha fatto è una presa in giro ai cittadini. E, soprattutto, un’occasione persa per creare un sistema di accoglienza efficace, grazie al quale i profughi vengono inseriti e integrati. A Treviso lo Sprar si è rivelato vincente: sono passati di qua 130 rifugiati e nessuno di loro è finito in strada. Anzi: uno è anche candidato alle prossime amministrative nella nostra lista”.