NAPOL SULLE BARRIERE ANTIRUMORE
"Il nostro ex sindaco è incapace di assumersi le proprie responsabilità"
| Claudia Borsoi |
Vittorio Veneto - Polemiche in corso sulla questione barriere fonoassorbenti installate lungo l'autostrada. L'ex consigliere comunale del PD, Giovanni Napol, replica a Scottà che lo aveva accusato di aver dichiarato il falso attribuendogli la paternità delle barriere.
Ecco come sono andate le cose secondo Napol. "Le barriere le hanno chieste ufficialmente i quartieri della Val Lapisina (per primo già da alcuni anni) e di Ceneda, successivamente. Il quartiere della Val dei Fiori, non ha mai chiesto nulla. Ci sono state due richieste fatte direttamente al sindaco Scottà da due famiglie. Il progetto" continua l'ex consigliere "è stato elaborato dalla società autostrade negli anni 2007-2008. Il progetto arriva in comune nella sua veste definitiva nel novembre del 2008. Da notare che in tutta la fase preliminare, il progetto non è mai stato fatto vedere a nessuno. Nemmeno alla commissione consiliare che si occupa di urbanistica, allora presieduta da Bruno Fasan, oggi assessore ai lavori pubblici. Scottà dice che non mi sono opposto quando ero in consiglio comunale. Lo invito pubblicamente a dimostrare, se ne è in grado, in quale occasione il progetto delle barriere sia stato illustrato e discusso in consiglio comunale. L'unica volta che si parlò delle barriere fu per informare il consiglio dell'accordo sul contributo di 310.000 euro a carico del comune. Ma senza alcuna informazione sul progetto. Quindi, Scottà mente sapendo di mentire".
Ma Napol non si ferma qui: "Dopo l'arrivo in comune (del progetto ndr) inizia l'iter della sua approvazione presso gli uffici preposti, e a gennaio 2009 viene inviato alla Soprintendenza che lo boccia senza appello. Cosa fa, allora il nostro sindaco-pinocchio? Invece di cogliere l'occasione della bocciatura e chiedere una sostanziale modifica del progetto come richiesto dalla Soprintendenza, ha messo in moto chissà chi e chissà cosa per far approvare il progetto con lievissime modifiche costate al comune 30.900 euro. Superato lo scoglio della soprintendenza, è stato emesso il "permesso a costruire" e sono partiti i lavori".
E conclude, indirizzando una domanda all'on. Giancarlo Scottà: "E' ben strana questa storia. Un progetto come questo, sul quale c'era un consenso generale a livello di intenzione, trattato alla stregua di un segreto di stato. Perchè?"