RESANA - Nel culmine di una vicenda che ha catturato l'attenzione internazionale, Ilaria De Rosa, l'assistente di volo di 24 anni arrestata a Jeddah lo scorso 5 maggio per possesso di sostanze stupefacenti, ha deciso di non appellarsi al terzo grado di giudizio (l’equivalente della nostra Cassazione) ma piuttosto di confidare nella grazia del re saudita. Una scelta che molti definiscono strategica, in quanto potrebbe rappresentare la via più rapida per un futuro senza restrizioni territoriali. La giovane hostess era stata condannata a sei mesi di reclusione, una pena che dovrebbe concludersi il 4 novembre prossimo. Due i motivi che guidano questa decisione: in primo luogo, non "infastidire" il re saudita, considerando che la richiesta di grazia è già stata presentata e la procedura è in corso; quindi il rischio che la richiesta di un terzo grado di giudizio possa essere esaminata a pena già scontata.

De Rosa, che si è sempre dichiarata innocente sin dall'arresto, ha il sostegno dei suoi genitori, i quali hanno respinto l'ipotesi che la giovane potesse essere stata trovata in possesso di sostanze stupefacenti poichè era soggetta a continui test tossicologici a causa del suo lavoro con la compagnia aerea lituana Avion Express. Intanto, la Farnesina sta lavorando per risolvere questa delicata questione e cercare di limitare le conseguenze per Ilaria De Rosa. L'ottenimento della grazia rappresenterebbe un passo fondamentale verso un futuro senza restrizioni territoriali per la giovane hostess, consentendole di continuare a svolgere il suo lavoro senza vincoli geografici.
 

Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis

Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo