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23 novembre 2024

Treviso

Export della meccanica trevigiana in calo: "Perso il 4,3% degli ordini dall'estero"

De Benetti, Confartigianato: "Investire nella digitalizzazione dei processi aziendali e nella transizione green"

| Isabella Loschi |

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TREVISO - Frena l’export di Marca e anche la meccanica trevigiana, un comparto che vale il 6,8% dell’occupazione. La meccanica trevigiana è tra le più specializzate in Italia. Il suo indice di specializzazione è pari a 155 contro una media veneta di 145 (+ 6,5%) e nazionale di 100 (+ 35,5%). Dato che colloca la marca Trevigiana al 15° posto tra le province italiane.

“È proprio la specializzazione a consentire alla meccanica trevigiana di resistere alle turbolenze della situazione internazionale”, sottolinea Vanni De Benetti, presidente del gruppo meccanica di produzione di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. "È evidente il ritardo della ripresa del commercio internazionale, che incide sulla propensione all’export della nostre imprese e che si riverbera in una debolezza generale della manifattura. Tutto questo nel mezzo di una grande trasformazione digitale e green che interpella il comparto”.

Andando a confrontare le esportazioni della meccanica trevigiana sul valore aggiunto regionale, la Marca è salita del 24%, dato che colloca la provincia nei primi venti posti in Italia. Un valore più alto della media veneta (20,1%) e nazionale (13,8%). “Tuttavia, la corsa di questi ultimi anni si sta fermando”, ammonisce il presidente Vanni De Benetti, “lo conferma la dinamica tendenziale dell’export della meccanica nel primo trimestre 2024, che è scesa del 4,3%, dato che colloca Treviso al 10° posto in Italia. Un risultato comunque migliore di quello veneto, dove l’export è crollato dell’8,3% e di poco superiore alla media nazionale, attestata a meno 4,8%. La risposta a questa situazione si gioca su diversi piani. Occorre agire sul fronte del lavoro, tenendo conto della crisi demografica. Ma soprattutto occorre investire nella digitalizzazione dei processi aziendali e nella transizione green, riducendo le emissioni, ma anche aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili”.

La digitalizzazione è il punto forte della Metalmeccanica, dove il 74,5% delle imprese hanno investito nella digitalizzazione, contro il 69,6% della manifattura. Minore, invece, è la propensione green: il 34,8% ha fatto investimenti in tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale, contro il 41,5% della manifattura. Anche gli investimenti in macchinari sono in calo tendenziale a partire da fine 2023. È uno degli effetti collaterali della stretta monetaria imposta dalla BCE. “Guardando in prospettiva la meccanica nella Marca Trevigiana”, conclude De Benetti - a preoccupare è l’aumento dei costi a fronte di una possibile riduzione degli ordinativi, che fa restringere i margini di profitto, a discapito della capacità di investimento”.


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