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29 novembre 2024

Nord-Est

'Silenzio' e 'rumore' per Giulia nelle scuole d'Italia 

Elena posta vecchio Whatsapp alla sorella: 'Sono sempre qui per te' 

| Ansa |

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'Silenzio' e 'rumore' per Giulia nelle scuole d'Italia 

PADOVA - Come un'onda che in un anno non si è fermata, la protesta contro i femminicidi ha ripreso slancio nell'anniversario dell'uccisione di Giulia Cecchettin. Una marea di manifestazioni, flash mob, 'minuti di rumore' e 'minuti di silenzio' ha invaso oggi le aule e i cortili di scuole e università del Paese.

Si calcola che siano state almeno un centinaio le iniziative per ricordare Giulia e le altre vittime di morte violenta per mano degli uomini. "Un anno fa Giulia Cecchettin veniva uccisa, perchè era una giovane donna libera. Ma da quel giorno - ha ricordato l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini - sono state uccise almeno altre 90 donne da altrettanti uomini". "Grazie di essere qui in ricordo di Giulia, ma vorrei estendere il vostro tempo e la vostra commozione a tutte le vittime di femminicidio" ha detto Gino Cecchettin, prendendo parte al minuto di silenzio che ha preceduto lezioni al dipartimento di Ingegneria di Padova, dove la figlia aveva studiato, e dal quale ha avuto la laurea postuma. "Da quell'11 novembre in poi - ha aggiunto - sono ancora tantissime le donne vittime. Ognuna di loro è una vita, una vita persa, affetti che sono mancati a tantissime persone".

Ad aprire la giornata era stata la commovente storia di Elena Cecchettin, che su Istagram aveva riprodotto un vecchio messaggio Whatsapp della sorella Giulia: "Tranqui, sono sempre qui per te", con l'emoticon del cuore e una loro foto da bambine. Un minuto di rumore è stato il modo con cui la ragazza di Vigonovo è stata ricordata alla Sapienza di Roma dagli studenti di Sinistra universitaria che hanno riempito i cortili delle facoltà di Psicologia, Lettere e Scienze politiche. Nello stesso ateneo della capitale, il movimento femminista "Bruciano tutto" ha esposto una panchina rossa imbrattata di tempera nera, con tante bambole di pezza a terra, all'insegna dello slogan "Le panchine rosse non ci bastano". Non tutto è filato senza intoppi. Al liceo classico Tito Livio di Padova è nata una polemica attorno al 'minuto di rumore' che i ragazzi volevano fare in classe.

Si tratta del liceo in cui si diplomò Giulia. I ragazzi chiedevano che a mezzogiorno fosse fatta suonare la campanella, per dare il via ad un ricordo chiassoso di Giulia. Ma il dirigente, Luca Piccolo, si è opposto, e in circolare ha esortato gli studenti "ad interiorizzare questo evento", e a seguire "la strada del silenzio. Un silenzio rispettoso di Giulia e della sua famiglia". Ai ragazzi, ha riferito Viola Carollo, rappresentante della Rete studenti medi, "è stato spiegato che il 'rumore' non era l'approccio giusto. Ma noi andremo avanti lo stesso, portando nelle scuole la richiesta di istituire percorsi di educazione sessuale e affettiva per i giovani, e sportelli anti-violenza".- In alcune classi del liceo padovano il 'minuto di rumore' è andato in scena comunque. Una polemica, quella al Tito Livio,. sulla quale il ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha preferito non sbilanciarsi: "Ho molto rispetto per quello che fanno le scuole" ha detto.


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