VITTORIO VENETO – Saranno gli alpini a risollevare da un destino di degrado la stazione dei treni di Vittorio Veneto. Entro l’inverno sarà la nuova casa delle penne nere della sezione Ana di Vittorio Veneto.

Sottoscritto questa mattina nell’ex sala d’attesa della stazione di viale Trento e Trieste il contratto di sub comodato per lo stabile tra il comune di Vittorio Veneto e la sezione Ana. Agli alpini spazi al piano terra e tre appartamenti al primo e secondo piano, oltre a una porzione dell’ex scalo merci e del piazzale interno alla stazione.

«E’ una bella giornata per Vittorio Veneto perché finalmente si chiude l’accordo per la gestione dello stabile della stazione – ha affermato il sindaco Gianantonio Da Re – che tornerà così ad essere un biglietto da visita per la nostra città». E la “mano” degli alpini già si notava questa mattina: l’erba era stata sfalciata, pansè nelle aiuole, la vecchia sala d’attesa già ripulita. Poi il resto dei lavori nei prossimi mesi.

Le squadre degli alpini impegnate nei lavori di ordinaria manutenzione dello stabile della stazione sono coordinate dal generale Renato Genevose, responsabile della progettazione della “rinascita” di questo spazio della città. «Inizieremo con la messa a norma degli impianti» spiega. Tra i presenti, stamani, tante penne nere. Come sempre la loro voglia di fare, il loro spirito di squadra e di solidarietà non è mancato: sono pronti a rimboccarsi le maniche. Ci sarà chi farà lavori di muratura, chi rimetterà a nuovo l’impianto elettrico, chi si impegnerà a procurare i materiali. Una grande famiglia: «Siamo tanto entusiasti» ammetteva dopo la firma del contratto il presidente della sezione Angelo Biz.

Per l’ex scalo merci si dovrà attendere un po’ di più per vederlo rimesso a nuovo. «In questo caso c’è da fare una manutenzione straordinaria, bisogna rimettere mano a tutta la struttura, rifare il tetto» spiega il generale Genovese. Il progetto per questo stabile è già stato presentato in Regione: qui troverà casa la protezione civile dell’Ana Vittorio Veneto. E nel cassetto una proposta: «Ci piacerebbe possa diventare uno dei quattro centri di coordinamento regionale della protezione civile» ammette Da Re.