«FIGLIO DI UNA SPORCA NAPOLETANA!»: CAMBIA SCUOLA
Vittima del bullismo un bambino di otto anni insultato e picchiato per settimane
Loria - Insultato e picchiato alle scuole elementari perché figlio di una napoletana. E la causa dell’episodio di bullismo sarebbe sorprendente riconducibile ai rifiuti che hanno invaso la città partenopea negli ultimi tempi. “Monnezza, monnezza”, così lo chiamavano. Questa la sconcertante denuncia dei genitori di un bambino di otto anni frequentante la scuola elementare di Castione di Loria, nel Trevigiano, ai microfoni dell’emittente televisiva “Rete Veneta”. Il servizio è andato in onda ieri.
Una vicenda che ha dell’incredibile. Come hanno spiegato i genitori tutto sarebbe cominciato qualche mese fa, quando in televisione aveva avuto inizio il battage mediatico sul caso dei rifiuti che invadevano Napoli ed il suo circondario. Un meccanismo che pare inspiegabile ha fatto scatenare le reazioni dei compagni di scuola del bambino. Il fatto che fosse figlio di una donna napoletana ha dato il via a pesantissime prese in giro, poi sfociate addirittura in veri e propri pestaggi.
Gli insulti erano diretti con cattiveria alla madre: “Sei figlio di una sporca napoletana!”. O ancora: “Tua madre è una sporca napoletana e vivete nell’immondizia come a Napoli!”. Insulti tremendi per il ragazzino che non ne voleva più saperne di andare a scuola. Ma non era finita lì. Agli insulti sono poi seguiti episodi di violenza fisica. L’ultimo giovedì scorso. Il bambino è tornato a casa ed ha mostrato alla madre dei lividi sul fianco. “Guarda cosa mi hanno fatto…”, ha detto. “Mi hanno picchiato perché ho provato a difenderti”.
Ha anche scritto ciò che accadeva in un diario. La madre ha letto quanto confessava. Il bambino descriveva i pestaggi. Scriveva che le maestre non gli credevano. La cosa andava avanti da settimane. La mamma ha detto che non mangiava più, che rimaneva chiuso nella sua stanza da solo. Non voleva più che lo andasse a prendere a scuola. E non voleva che lo facesse la nonna, pure lei napoletana. Dopo l’ultimo pestaggio ha detto ai genitori che se lo avessero mandato ancora a scuola si sarebbe ucciso.
Un incubo quindi. Un incubo rispetto al quale i genitori non hanno visto altra soluzione che far cambiare scuola al figlio. Il bambino infatti è stato trasferito in un istituto del Bassanese. Un episodio che segna il sistema scolastico della zona. Il bambino è rimasto comprensibilmente sconvolto dalla cosa, i genitori si dicono molto delusi. Il padre ha chiesto che “sia data voce a chi non ne ha”. Ha detto che ci sono bambini di colore ed extracomunitari probabilmente vittime allo stesso modo di suo figlio.
La dirigenza della scuola dal canto suo minimizza e sostiene di non credere si potesse trattare di una cosa così grave. “A scuola episodi di questo tipo tra ragazzi possono anche succedere – dichiara Sergio Betto, dirigente scolastico della scuola da settembre dello scorso anno -, ma vengono sempre ripresi dagli insegnanti. Così è successo anche con la vicenda che ha interessato questo ragazzo e volutamente non entro nel merito, anche per una questione di privacy. Sia chiaro che io sono a completa disposizione dei genitori per un confronto. Non mi risulta comunque che l’accadimento sia della gravità riportata dai genitori stesso. Facciamo monitoraggi continui su questo tipo di fenomeni e così è successo anche per quello in questione. Tutto ciò anche grazie alla sensibilità rispetto a questo tipo di problematiche da parte dell’equipe di insegnanti che lavora all’interno del nostro istituto. Ribadisco che ciò di cui si parla è un qualcosa che tra ragazzi può capitare”.
Della situazione ieri sera è stato informato anche il sindaco di Loria, Roberto Vendrasco, che ha spiegato: “Sapendo della delicatezza dell’argomento non vorrei entrare nel merito dell’accaduto. Ho parlato con il dirigente scolastico, il quale mi ha spiegato che a suo avviso potrebbe trattarsi anche di una forzatura. A livello di amministrazione pubblica, come Comune, in collaborazione anche con l’Associazione Genitori, stiamo portando avanti un progetto di socialità per cercare di prevenire anche questo tipo di episodi”. MC