Nord Est, 1 famiglia su 5 non arriva a fine mese
Accellera il calo dei consumi. E il 56% dice no alle aperture domenicali
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VICENZA - La crisi economica ha comportato un calo dei consumi delle famiglie del Nord-Est tanto che una su cinque non riesce a coprire le spese mensili con il reddito a disposizione e una famiglia su dieci si trova a dover intaccare i risparmi per far fronte ai bisogni quotidiani.
E' quanto emerge dall'indagine "Nord Est: Famiglie del terzo millennio. Valori, stili di vita e consumi" promossa da FriulAdria (Gruppo Cariparma Credit Agricole) e realizzata da Fondazione Nord Est. La rilevazione, presentata oggi a Vicenza nell'ambito del "Festival Biblico", ha coinvolto un campione di oltre 1.200 maggiorenni, residenti in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino e si è svolta nello scorso mese di aprile. I relatori, tra cui il direttore generale di FriulAdria Carlo Crosara e il direttore scientifico della Fondazione Nord Est Daniele Marini, hanno evidenziato che "il modello di consumo emergente rimane ancorato sulla capacità di spesa reale, sulla sobrietà e l'esigenza di garantirsi un futuro". "Si punta - é stato spiegato - sul risparmio oculato, sulla ricerca di prodotti in offerta o in promozione, in modo da mantenere il benessere raggiunto".
Molto attesi erano anche i risultati per quanto riguarda le aperture domenicali, dopo che il decreto Salva-Italia del Governo Monti ha reso più flessibile l'orario di apertura delle attività commerciali e molte catene di vendita hanno optato per la politica delle aperture nei giorni festivi, comportando molteplici iniziative di protesta da parte di cittadini e piccoli esercenti. Secondo quanto emerge dalla rivelazione la maggioranza della popolazione a Nord Est, pari il 56,5%, si dichiara contraria all'apertura domenicale, ma i favorevoli sono comunque il 43,5% del totale. Più favorevoli all'apertura domenicale sono gli uomini, pari al 46,6% rispetto alle donne (40,4%). L'opinione verso l'apertura domenicale è inoltre influenzata solo in parte dalla religione; i praticanti regolari sono effettivamente i meno concordi (il 62,2%), ma i praticanti "saltuari" (coloro che frequentano le funzioni religiose almeno una volta al mese), sono in maggioranza favorevoli (51,4%).