Ristorazione in lutto: morto Onorio Barbesin
Il titolare dello storico ristorante di Castelfranco aveva 75 anni. Il cordoglio di Zaia
| Matteo Ceron |
CASTELFRANCO – Si è spento all’età di 75 anni lo storico ristoratore di Castelfranco Onorio Barbesin. A stroncarlo una crisi respiratoria conseguente a problematiche di salute di cui soffriva da tempo.
Titolare dell’omonimo ristorante in Circonvallazione a Castelfranco, un vero e proprio punto di riferimento per la zona, ha avuto un ruolo importante nella rivalutazione del radicchio: da sempre, infatti, il Ristorante Barbesin fa parte di quelli del Cocoradicchio. Lascia i figli Mirco e Luca, che gestiscono il ristorante, e la moglie Assunta Speranza.
I funerali si terranno venerdì, alle 10, nella chiesa di Salvarosa.
IL CORDOGLIO DI ZAIA - «Se ne va non solo un grande chef che ha saputo valorizzare un gioiello della nostra agricoltura, come il radicchio di Treviso, ma un personalità che ha contribuito a far conoscere la nostra cucina in giro per il mondo. In questo giorno triste, il mio pensiero affettuoso, e sono sicuro a quello di tutti i veneti, va ad Onorio Barbesin e ai suoi famigliari». Così il presidente della giunta regionale Luca Zaia esprime il suo cordoglio per la morte di Onorio Barbesin.
«Il ristorante di Onorio a Castelfranco – prosegue il governatore – è diventato un vero e proprio punto di riferimento conosciuto fuori dai confini regionali e nazionali, in grado di valorizzare i nostri prodotti tipici dal radicchio ai funghi mettendo in vetrina un territorio e la sua agricoltura, dietro la quale c’è la storia e l’identità dei veneti e del Veneto.
La cucina di Barbesin è stata anche una vera e propria fucina di talenti, dove si è formata una generazione di chef sotto la guida di questo grande maestro che con il lavoro ai fornelli di ogni giorno ha tramandato la sapienzialità e i segreti di ricette uniche. Il suo ricordo – conclude – resterà viva in tutti noi e dobbiamo essere grati a Onorio per quello che ha fatto per il nostro territorio e sono sicuro che i figli non disperderanno questo prezioso patrimonio».
Nel sito del Ristorante Barbesin lo stesso Onorio racconta la storia del suo locale, un’attività iniziata dal padre, Antonio, nel 1925.
«Nel lontano 1925 Antonio Barbesin, mio padre, gestiva una tipica trattoria di campagna, annessa ad un negozio di generi alimentari al tempo detta “casolin”; nel piccolo paese di Salvarosa nelle vicinanze di Castelfranco Veneto – racconta Onorio Barbesin nel sito del suo ristorante - Mia madre Pierina, operosa ed instancabile, aiutava mio padre Antonio pur dovendo badare ai quattro figli, tre dei quali femmine. Antonio, esperto intenditore di vini, incominciò a servire ai clienti del paese e a quelli che venivano in bicicletta dalla vicina Castelfranco nei pomeriggi domenicali, del vino che aveva il pregio non solo d’essere genuino ma di distinguersi per la qualità, per questo nella modesta osteria si beveva volentieri in ogni momento della giornata un buon bicchiere di vino “sincero” bianco o rosso a seconda delle occasioni.
A mano a mano che noi figli crescevamo, respiravamo l’aria familiare della modesta trattoria dove non mancavano la costante saggezza ed il continuo lavoro dei genitori. Periodo modestro quello, oserei non definirlo povero perché denso di operosità che avrebbe delineato precisi programmi in un futuro non lontano. Concluso il periodo della guerra, nel 1945 in osteria, accanto al “goto de clinto” ecco la presenza del pane bianco cotto in casa e la “sopressa” preparata da mio padre con la carne di maiale da lui stesso allevato.
Proprio allora, ogni domenica, nella piccola cucina dell’osteria inizia una specie da gara per inventare qualche piatto nuovo da offrire ai castellani che giungevano sempre più numerosi. Si desiderava appagare la loro assiduità.
Mia madre Pierina, porgeva saporite tagliatelle all’uovo da lei stessa impastate e tirate con la “mescola”, le condiva con ragù o con il sugo di pomodoro, a seconda del gusto.
Ormai, affezionati alla cucina, alle pentole, al cibo, alla calda fiamma del fuoco, io Onorio provavo la soddisfazione di badare alla cottura dei cibi semplici, genuini e sempre apprezzati dalle persone che affollavano la nostra osteria. Nel 1962 accettai la proposta del Cav. Piero Serena Presidente della Pro Loco di Castelfranco Veneto impegnandosi a preparare una cena con menù a base di radicchio, allora poco conosciuto e per niente valorizzato perché considerato povero. Posso affermare che questo fu il mio primo e inaspettato successo.
Mi venne conferita l’insegna della Buona Cucina su votazione dei clienti che via via venivano a mangiare da noi, esprimento in un secondo tempo il loro apprezzamento in una cartolina inviata alla Pro Loco di Castelfranco Veneto. Tengo a precisare che il primo piatto presentato in quel menù per me storico, fu proprio il pasticcio di radicchio Castellano.
Posso affermare che da allora iniziò la mia soddisfacente carriera di cuoco. Da quel momento fui chiamato in vari luoghi per la presentazione del mio menù a base di radicchio».