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29 marzo 2024

Mogliano

INDAGATI PER TRUFFA, VENDEVANO SPAZI PUBBLICITARI INESISTENTI

In 4 in manette. Promettevano ai commerciani che una parte degli introiti finiva in beneficenza a delle Onlus

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Mogliano – Proponevano l’acquisto di spazi pubblicitari per poche decine di euro e assicuravano che una cifra sarebbe stata versata anche ad alcune onlus, organizzazione non lucrativa di utilità sociale. Molti commercianti veneti hanno ceduto alle lusinghiere proposte ad hanno acquisto di spazi pubblicitari che sarebbe apparsi, con il nome del loro negozio, su locandine, manifesti, brochure. Peccato che era tutta una truffa. Le pubblicità non sono mai uscite e le associazioni di volontariato indebitamente coinvolte sono risultate completamente estranee ai fatti. Per questa truffa sono scattate le manette per quattro persone. Si tratta di Andrea Romor, 50 anni, veneziano residente a Mogliano Veneto; Mihaela Istrate, 24 anni, romena convivente di Romor; Avendrace Cherchi, 49 anni, residente a Vigodarzere, nel padovano e Tonino Confitto, 50enne di Pesaro. L’accusa a loro carico è associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe: diciassette quelle finora segnalate; decine e decine, secondo gli investigatori della Squadra Mobile di Venezia, quelle ancora non denunciate.Operazione Speciale 2008 era il nome scelto dagli inquirenti, un’operazione cominciata un anno fa e condotta dalla Mobile veneziana con il concorso dei colleghi di Padova e Pesaro. S’incominciò ad indagare a seguito di una denuncia per sfruttamento della prostituzione da parte di una diciottenne mestrina. I quattro proponevano la vendita di spazi nei giornali in pagine dedicati a Speciale sposi, speciale casa, speciale primavera e così via. Uno «speciale» era stato realizzato anche per l’Alpago, nel Bellunese. Motivo? Come risulta dalle intercettazioni (ancora una volta decisive per un’indagine» come ha più volte ribadito ieri il capo della Squadra Mobile veneziana Alessandro Giuliano i commercianti della conca alpagota erano considerati meno scafati dei colleghi di altre province e quindi più inclini a cadere nella truffa. Difficile quantificare il giro d’affari di questa attività. Per il momento sono solo diciassette le truffe commesse a Venezia, Padova, Treviso, Belluno e in altre città venete e marchigiane (Pesaro-Urbino). Le indagini tuttora sono in corso e gli investigatori veneziani sono però convinti che l’attività illecita abbia garantito «profitti cospicui».

 


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