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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

RIAPRE IL VERDI CHE HA CHIUSO

Era tutta una finta?

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Vittorio Veneto. Quello che mi piace-un-sacco. Quello che mi scoccia.
Quello che mi piace-un-sacco (detto alla Verdone, che se no non vale) è che, mentre scrivo,  devo rimangiarmi un lacrimevole annuncio dato, prima delle vacanze, ai miei 12 lettori (sono inclusi i familiari e l’amica Beatrice).
Avevo fatto sapere che il Multisala Verdi, il 13 giugno scorso, aveva chiuso i battenti; che ero voluta andare all’ultimo spettacolo e che (no: questo particolare me l’ero tenuta per me) avevo persino conservato – da qualche parte, chissà dove – l’ultimo biglietto (feticistica debolezza).
Quello che ora mi lascia proprio senza fiato, (scritto alla Holden di Salinger) è che – per due anni – il Multisala Verdi resterà aperto. Apertissimo. Che, d’ora in poi, sarà facile incontrare nugoli di cinefili e persino il sindaco tra una sala e l’altra. E che, insomma, la poesia del grande schermo continuerà a echeggiare anche nella mia città: Vittorio Veneto. Tutto questo perché il Gruppo Furlan (leggi: la proprietà del Verdi) alla vigila di Ferragosto ha fatto una bella marcia-indietro: ha detto che il cinema continuerà a vivere (anche se magari sarà gestito da altri) e che – in the meantime (balbettato alla Woody Allen, che se no l’inglese non ha senso) – Furlan vedrà se è possibile trovare una sala alternativa al Verdi-di-adesso e riaprire il cinema da un’altra parte, magari nel Victoria Campus (che sta lì tutto scombussolato dato che non ha ancora capito che destinazione/identità avrà).
Quello che mi scoccia (detto come vi capita) è che, mentre scrivo, penso che i giornalisti (rientro nella categoria, ovviamente) potranno essere accusati – per l’ennesima volta – di dare falsi allarmi. Di ingigantire la realtà. Di trovare la notizia-anche-dove-non-c’è. Onestamente, il comunicato del Gruppo Furlan non lasciava margine all’interpretazione giornalistica. Onestamente, la mestizia del 13 giugno nelle sale (vuote) del Verdi ce l’ho ancora un pochetto sotto-pelle. Onestamente, la mia tessera del cinema – scaduta lo scorso febbraio – non mi era stata rinnovata “su ordine della proprietà” perché l’ipotesi-chiusura mica doveva essere così aleatoria.
Comunque, lo scocciamento m’è già passato. Ho due anni tutti-interi per rifare la tessera (mi sarà consentito?) e godermi tanti buoni film al Verdi. Almeno credo…

Emanuela Da Ros

 


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