VOLA IN OSPEDALE, COL PUNGIGLIONE
57enne di Sarmede rischia lo shock anafilattico per una puntura di vespa
| Emanuela Da Ros |
Lavorava nel giardino, nel tardo pomeriggio (l’episodio è avvenuto intorno alle 17), quando una donna di 57 anni, residente a Sarmede, è stata punta da una vespa.
Il fastidioso incidente poteva avere come conseguenza un rigonfiamento della parte colpita, ma – come raramente può accadere – la vittima si è sentita male. Tanto che i familiari hanno dovuto avvisare il 118 e la donna è stata trasportata con l’elicottero all’ospedale di Vittorio Veneto.
Il tempestivo ricovero ha evitato che la 57enne avesse una devastante crisi allergica. Ora non è in pericolo di vita e le sue condizioni vanno migliorando.
Api, vespe, calabroni con il loro pungiglione iniettano nella pelle un veleno, che in casi rari, in soggetti allergici, può causare reazioni anche molto gravi.
Se la puntura di una vespa provoca prurito, pizzicore, gonfiore alla lingua e alla gola, starnuti, fuoriuscita di liquido nasale, prurito agli occhi, tachicardia, senso di svenimento, difficoltà a respirare (sintomi che si manifestano da pochi secondi a 30 minuti dopo la puntura) è sempre bene chiamare il 118 perché – assicurano i medici - la situazione potrebbe precipitare in poco tempo. Nel frattempo è utile cercare di rimuovere il pungiglione estraendolo con una pinzetta o grattandolo con un coltellino sterilizzato o un cartoncino. Non va strizzata la pelle intorno alla puntura. Per diminuire il dolore è utile del ghiaccio.