I libri? Non servono. La scuola fornisce l'iPad
Studenti senza zaino, e con la tavoletta, al Flaminio e al Giorgione
VITTORIO VENETO/CASTELFRANCO - Al liceo Flaminio di Vittorio Veneto e al Giorgione di Castelfranco sbarca l’Ipad per le lezioni in classe. E perché no, anche per studiare a casa. Via quindi i libri cartacei, a scuola e a casa, anche se ogni ragazzo potrà, ovviamente, decidere di usarli per integrare o sostituire il tablet. Di cartaceo dovrebbe rimanere il vocabolario di greco per fare le versioni in classe. Per i temi di italiano, inglese, latino, esistono i vocabolari da caricare nei tablet.
Il progetto, in via sperimentale per tre anni, coinvolge un’unica classe del liceo di via Dante, la prima A classico, che ha una ventina di studenti. La cosa non è stata calata dall’alto sulle teste dei ragazzi, che saranno ovviamente felici di andare a scuola senza libri e solo con la tavoletta, ma concordata in una riunione tra docenti e genitori degli studenti. Quindi i primi giorni di scuola ragazzi e ragazze della prima A riceveranno dalla scuola un Ipad Apple. Identico tablet anche per gli insegnanti che effettueranno le lezioni servendosi anche di una lavagna elettronica installata in classe.
Il “Progetto libri digitali” vede selezionati dalla Regione Veneto, fautore dell’iniziativa, dieci classi digitali, che sono state finanziate con 10 mila euro dal Miur. Tra queste in provincia di Treviso ci sono il liceo classico e scientifico Flaminio di Vittorio Veneto ed il liceo classico, scientifico e musicale Giorgione di Castelfranco. Per confrontarsi sulle modalità di attuazione del progetto, che è appunto sperimentale, giovedì 4 settembre c’è un incontro al liceo Giorgione per gli insegnanti dei due plessi.
Per non gravare economicamente sulle famiglie il Flaminio concede i tablet ai ragazzi in comodato d’uso. La scuola dal canto suo per l’acquisto dei tablet ha investito risorse proprie. Con la nuova tecnologia, che per la prima volta arriva al Flaminio, in prima A ci sarà un wifi, tutte le materie verranno strutturate sfruttando il tablet, facendo in modo di scaricare in versione digitale la versione cartacea dei libri in dotazione nel corso di studio. Certo ogni ragazzo, che comunque fa parte della generazione dei nativi digitali, e dunque con un tablet sottobraccio si sente a proprio agio, potrà comunque decidere di acquistare e studiare libri cartacei previsti dal programma di studio. In classe non si potrà navigare ovunque, i docenti attueranno un blocco dei siti. In corso d’opera verrà deciso come svolgere i temi d’italiano, le versioni di latino e greco e le altre prove scritte. Se usare solo il tablet o servirsi anche di penna e carta.
Se il tablet permetterà forse ai ragazzi di costruirsi la lezione sfruttando siti e dati trovati in rete, dall’altra rimane comunque la funzione fondamentale del docente, che rimane, ovviamente, in carne ed ossa e dunque libero di scegliere di fare la lezione seguendo la propria indole. Per spiegare per esempio la matematica sarà ancora permesso ai professori riempire la lavagna di formule tracciate col gesso? Questa tecnologia farà perdere la voglia di leggere agli studenti? Un quesito, quest’ultimo, che vede varie scuole di pensiero. Si aprono dunque le porte ad una didattica diversa, dove il tablet sbarca a titolo sperimentale, ma forse ancora non esautora del tutto il libro di carta, da sottolineare a matita o con l’evidenziatore. Sotto braccio ai liceali di Flaminio e Giorgione vedremo dunque insieme tablet e libri cartacei?
S.R.