GENTILINI SOTTO INCHIESTA PER ODIO RAZZIALE
La procura di Venezia ha aperto un fascicolo a suo carico per le frasi pronunciate alla Festa della Lega a Vanezia
Treviso - Istigazione all’odio razziale. Questa l’ipotesi di reato che ha indotto la Procura di Venezia ad aprire un fascicolo a carico di Giancarlo Gentilini.
Pesanti erano state, infatti, le parole usate dal vicesindaco alla Festa della Lega di Venezia, lo scorso 14 settembre. Aveva invitato i presenti a «mandare a pregare e a pisciare i musulmani nel deserto».
Ora si occuperà della vicenda il procuratore aggiunto Carlo Mastelloni (che fra l’altro è anche titolare del fascicolo riguardante il gesto del dito medio fatto dal ministro Umberto Bossi contro l’Inno di Mameli) ma pare che se ne occuperà anche il procuratore capo Vittorio Borracceti.
Lo sceriffo, quel giorno, snocciolando il “vangelo secondo Gentilini” se l’è presa soprattutto con gli immigrati, affermando che non dovevano avere il diritto di voto e la libertà di culto. «Voglio eliminare i bambini che vanno a rubare agli anziani. Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio la tolleranza doppio zero», ma anche «Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici. Qui comprese le gerarchie ecclesiastiche, che dicono: lasciamoli pregare. No. Vanno a pregare nei deserti... Voglio la rivoluzione contro la magistratura... Voglio la rivoluzione contro i phone center i cui avventori si mettono a mangiare in piena notte e poi pisciano sui muri: che vadano a pisciare nelle loro moschee». Non sono mancate invettive anche contro i giornalisti contrari alla Lega, ai quali propone di infilare «turaccioli in bocca e in culo».
La Procura di Venezia vuole accertare se Gentilini ha veramente pronunciato queste frasi oppure no. Ma a quanto pare non ci sono dubbi. Sono frasi che in molti hanno potuto sentire visto che il discorso è stato trasmesso, fra l'altro, dall’emittente televisiva Tele Venezia.