Non tutte le scuole chiuderanno in Veneto. DaD a macchia di leopardo
E' stato comunicato oggi ai sindacati della scuola convocati in Regione. Previsti interventi chirurgici e per il tempo necessario a spegnere il focolaio.
VENETO - Non tutte le scuole del Veneto chiuderanno. Sarà una didattica a distanza a macchia di leopardo. Gli esiti del monitoraggio sui contagi e sui vaccini sono stati illustrati oggi in Regione ai sindacati della scuola, presente la dirigente Carmela Palumbo. Da tempo le parti sociali chiedevano di sapere qual è la situazione nelle scuole del Veneto e come sta evolvendo. Dal 7 gennaio al 4 marzo gli studenti risultati positivi sono stati 928, dei quali 16490 sono posti in quarantena. Nello stesso arco di tempo nella nostra regione sono risultati positivi 155 lavoratori e 967. La campagna vaccinale per il personale scolastico, iniziata da qualche settimana, ha riguardato sinora 26467 lavoratori (il 27,84 del totale). A tutti è stato inoculato il vaccino AstraZeneca e circa il 15% ha sviluppato più o meno leggere reazioni, anche con febbre.
Le province più… “performanti”, dove le prestazioni sono migliori e più efficaci i risultati? Treviso, Belluno e Rovigo. L’arrivo di ulteriori scorte di dosi consentirà adesso di aumentare il numero di vaccinazioni settimanali e si potrà prenotare il vaccino ogni giorno della settimana. Fino ai 65 anni sarà somministrato il vaccino AstraZeneca, mentre per chi presenta patologie e quindi rientra nelle cosiddette categorie fragili sarà impiegato il vaccino Pfizer.
L’altro grande interrogativo e di grande attualità è la chiusura, più o meno imminente, delle scuole. Fermo restando il parametro fissato dal Governo per il ricorso alla didattica a distanza (numero di contagi settimanali superiori ai 250 su 100.000 abitanti), in Veneto la chiusura delle scuole non sarà generalizzata ma si interverrà sui singoli distretti (che nel Veneto sono 26) e non in tutta la Regione. Ad ogni buon conto l’eventuale chiusura riguarderà la scuole superiori e le prime due classi delle medie, con decisione che verrà presa dai Sindaci attraverso apposita ordinanza. Questo per tentare un intervento di tipo chirurgico e giusto il tempo necessario a spegnere il focolaio.
Giuseppe Morgante, segretario regionale e provinciale Uil-scuola: "Il piano vaccinale e i dati di oggi, ci fanno sperare di vedere la luce in fondo al tunnel, è tempo di programmare il futuro della scuola.Serve una scuola che sia in grado di assolvere la funzione che le è propria. Il dato storico ci riporta ad un sistema di istruzione che negli ultimi venti-venticinque anni ha subito attacchi continui, è stato lasciato senza risorse, messo in condizione di rinunciare alle migliori risorse umane: effetti di una svolta della società e dell’affermarsi di valori che si stanno sostituendo a quelli costituzionali. E’ pertanto il caso di fare una riflessione generale. Non saranno la tecnologia e l'indottrinamento a risolvere i problemi, servirà invece tornare a liberare le risorse del sistema e dare spazio all'insegnamento libero, laico, con l’obiettivo primario dell'integrazione e della riduzione di ogni differenza".
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